Il museo parigino Jeu de Paume presenta la prima retrospettiva francese su François Kollar, fotografo poco conosciuto ma che è stato uno degli autori più importanti per il reportage industriale tra gli anni trenta e sessanta.
Con il nome di Ferenc Kollár nasce a Szenc nel 1904, nell’Alta Ungheria (attuale Slovacchia) e fin da giovane conosce da vicino la realtà del lavoro industriale. A vent’anni lascia l’impiego presso le ferrovie per trasferirsi a Parigi, dove continua a lavorare per una fabbrica Renault. Coltivando parallelamente la passione per la fotografia, nel 1928 decide di smettere il lavoro in fabbrica e diventare ufficialmente un fotografo. Nei due anni successivi entra nel giro della fotografia pubblicitaria e dopo avere fatto un po’ di esperienza nel campo, apre un suo studio.
Nonostante gran parte del suo lavoro sia realizzato su commissione, Kollar riesce sempre a mantenere un approccio particolare alla composizione, grazie alla maestria tecnica e alla curiosità verso le sperimentazioni moderniste.
Nella sua carriera affronta la moda (a partire dal 1934) collaborando con riviste come Harper’s Bazaar e Le Figaro Illustré, e il reportage viaggiando nelle colonie francesi (negli anni cinquanta e sessanta), ma il momento cruciale arriva quando realizza La France travaille, un grande progetto fotografico che racconta il mondo del lavoro francese. Tra il 1932 e il 1935 l’opera è pubblicata in 15 libri tematici, che successivamente saranno raccolti in due volumi. Dalle attività agricole nelle campagne agli operai in città, queste immagini rappresentano un importante documento della transizione dal lavoro manuale a quello meccanizzato, in un periodo in cui la Francia affronta una fase di depressione economica.
La mostra François Kollar. Un ouvrier du regard rimarrà aperta fino al 22 maggio 2016.
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