Fino al 18 settembre 2016, il People’s history museum di Manchester, ospita la mostra Grafters, curata dal fotografo Ian Beesley.
Beesley ha raccolto una serie di immagini realizzate dal diciannovesimo al ventunesimo secolo, che testimoniano l’evoluzione del rapporto tra la fotografia e il mondo industriale nel Regno Unito. “La fotografia è uno dei prodotti nati durante la rivoluzione industriale e ha svolto un ruolo importante nel modo di raccontare la società del tempo e i suoi operai”, ha spiegato Beesley.
Fino al diciottesimo secolo, gli operai erano usati nelle immagini commerciali come elementi secondari per promuovere nuovi macchinari e tecnologie industriali. Alla fine del secolo invece, diventeranno i rappresentanti di un’intera classe sociale e nelle immagini saranno spesso ritratti in gruppi ordinatamente allineati, come saranno raffigurati i soldati durante la prima guerra mondiale.
Il percorso espositivo testimonia l’evoluzione della vita operaia da un lato, e della fotografia dall’altro, che diventa un modo per raccontare e documentare i cambiamenti e le sfide della società.
Selezionate da vari archivi del nord dell’Inghilterra, molte delle immagini sono inedite e anonime, oltre a non riportare il nome delle persone ritratte. Per questo, alle foto sono stati associati dei versi composti dal poeta britannico Ian McMillan per dar voce a quei volti.
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