Vladimir Milivojevich in arte Boogie nasce a Belgrado, capitale dell’ex Jugoslavia, nel 1969. Ricorda la sua città come un luogo tranquillo in cui crescere, senza violenza nelle strade e dove si provava un forte senso di comunità.
Questo periodo di stabilità cambiò radicalmente negli anni novanta a causa delle guerre nei Balcani, racconta Boogie, e Belgrado si trasformò in una città molto povera. Molti dei suoi amici che facevano uso di eroina morirono e in molte famiglie, come nella sua, non c’erano abbastanza soldi per mangiare. È in quel momento che Boogie comincia a fotografare, per documentare le rivolte e i cambiamenti del suo paese coinvolto in una guerra civile.
Fu suo padre, un fotografo amatoriale, a regalargli la prima macchina. Un oggetto che porta sempre con sé e che ritiene un’estensione di se stesso, racconta la fotografa Eirini Vourloumis sul New York Times. Boogie non lascia la sua macchina fotografica nemmeno quando, nel 1998, decide di partire per gli Stati Uniti, dove ritrae le periferie di New York abitate da tossicodipendenti e gang di criminali.
Il 1 dicembre, nello spazio dei Magazzini fotografici di Napoli, inaugura la mostra Blow your mind, dedicata a due lavori di Boogie: It’s all good sulla violenza nelle periferie di New York e A wah do dem, un viaggio nelle strade caotiche di Kingston, capitale della Giamaica. La mostra durerà fino al 1 aprile 2017.
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