“Non c’è nulla al mondo che non abbia il suo momento decisivo”, si legge nell’introduzione del libro Images à la sauvette di Henri Cartier-Bresson. La frase è tratta dalle memorie del cardinale di Retz, arcivescovo e scrittore francese, pubblicate nel 1717.

Fu l’editore Tériade che suggerì di usarla per l’introduzione del volume, che usciva contemporaneamente in Francia e negli Stati Uniti (tradotto in inglese come The decisive moment) nel 1952. A quel tempo Cartier-Bresson non aveva idea di cosa sarebbe diventato quel libro per la storia della fotografia: dalla sua pubblicazione, il concetto di momento decisivo fu associato non solo alle sue immagini, ma divenne sinonimo di uno stile fotografico.

“Credo che il contenuto non possa essere separato dalla forma. E per forma intendo l’interazione tra le superfici, le linee e i valori. Solo in questo modo, le nostre idee e le emozioni diventano concrete e possono essere comunicate. In fotografia, l’organizzazione visiva può provenire solo da un istinto molto sviluppato”, scriveva Cartier-Bresson nel libro.

Una mostra alla fondazione Henri Cartier-Bresson di Parigi presenta una selezione di immagini che ripercorrono la storia della pubblicazione. L’esposizione, che durerà fino al 23 aprile 2017, è accompagnata dalla nuova edizione del volume che ospita un saggio di Clément Chéroux.

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