Dall’inizio dell’anno le intense piogge che stanno colpendo il Perù hanno distrutto strade, edifici e ponti obbligando migliaia di persone ad abbandonare le loro case. Le vittime sono almeno settantadue, circa duecento i feriti e decine i dispersi.
Secondo i meteorologi le inondazioni sono conseguenza del Niño, un fenomeno climatico periodico che ha provocato un innalzamento della temperatura delle acque dell’oceano Pacifico che bagna l’America Latina.
L’effetto delle piogge è stato registrato a partire dalle zone costiere settentrionali ma le conseguenze hanno colpito tutto il paese. È stato dichiarato lo stato d’emergenza in più di ottocento città e villaggi. Il presidente del Perù Pedro Pablo Kuczynski ha dichiarato in tv che “lungo la costa non si registrava un’emergenza di questa portata dal 1998”, quando le piogge avevano causato circa 400 morti.
Le inondazioni hanno isolato villaggi e città. Tante persone si trovano ancora sui tetti degli edifici in attesa dei soccorsi, mentre altre sono bloccate nelle loro case e non possono spostarsi. Le squadre di soccorso sono arrivate per aiutare chi ne ha più bisogno, ma si prevede che le piogge continueranno per altre due o tre settimane.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it