Negli ultimi anni i fotografi Gaetano Massa e Pino Miraglia hanno intrapreso un viaggio sulle tracce di artisti e gruppi napoletani che hanno adottato un genere musicale lontano dalla nostra cultura come l’hip hop, nato nel Bronx negli anni settanta.

Agli artisti che sono già arrivati al grande pubblico, come Rocco Hunt e Clementino, Massa e Miraglia affiancano le storie delle crew e dei freestyler radicati nell’underground della scena napoletana. Se oggi l’hip hop è una vera e propria industria negli Stati Uniti, a Napoli negli anni duemila ha trovato un nuovo slancio partendo dalle strade, dai giovani delusi e prendendo forza dai quartieri popolari, dove ogni giorno si vive a contatto con la camorra e la microcriminalità. Come scrive Miraglia: “Il rap diventa così un rap anticamorra, fonte di nutrimento positivo per il giovane sottoproletario bistrattato e confuso, antidoto alla tentazione e alla necessità di percorrere strade in cui l’illegalità, la sopraffazione e la violenza sono diventati codici identificativi e di vanto”.

Il loro lavoro è ora raccolto nel libro Core e lengua. Il rap in Campania e altre storie (Editrice Zona), dove le immagini si alternano ai testi critici e di approfondimento di giornalisti e scrittori, oltre alle interviste ad alcuni rapper come Sha-One, Speaker
Cenzou e Lucariello.

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