Wong Tat-ming, 63 anni, vive in uno spazio grande un metro per due pagando un affitto di 310 dollari al mese. I suoi averi includono un sacco pelo, una televisione a colori e un ventilatore.

A Hong Kong, circa 200mila persone, tra cui 35mila sono bambini sotto i 15 anni, vivono in spazi minuscoli ricavati dalla suddivisione di piccoli appartamenti. Secondo fonti governative, sono il 18 per cento in più rispetto a quattro anni fa.

Per sette anni consecutivi le analisi dell’associazione statunitense Demographia hanno classificato Hong Kong come il mercato immobiliare meno accessibile al mondo. La media del prezzo degli affitti è 19 volte più alta del salario medio.

“Ho giurato di aiutare i cittadini di Hong King a ottenere più potere sul possesso di una casa e migliorare le loro condizioni di vita. Ma per farlo abbiamo bisogno di maggiore disponibilità da parte del governo di terreni edificabili”, ha dichiarato Carrie Lam, nuova chief executive di Hong Kong, che ha ereditato il problema dal suo predecessore Leung Chun-ying.

Non c’è neanche lo spazio per fare sesso, secondo un avvocato attivista per i diritti dei cittadini. “Se non risolviamo la questione delle case, ci saranno maggiori problemi sociali”, sostiene Sze Lai-shan, assistente sociale del gruppo Società per l’organizzazione della comunità.

L’affitto di case popolari è l’ultima speranza per chi ha un reddito basso, ma ci sono più di 280mila persone in lista e il tempo medio di attesa è di circa quattro anni e sette mesi.

Le foto sono state scattate da Kin Cheung, dell’Associated Press, tra marzo e maggio del 2017.

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