Una manifestazione ad Ankara dopo l’omicidio di Özgecan Aslan e contro la violenza sulle donne, il 16 febbraio 2015. (Adem Altan, Afp)

Migliaia di donne turche e di attivisti contro la violenza sulle donne hanno protestato in diverse città della Turchia negli ultimi giorni contro lo stupro, dopo l’omicidio di una studentessa di vent’anni, Özgecan Aslan, ritrovata morta a Tarso, nel sud del paese il 13 febbraio. Su Twitter le associazioni contro la violenza hanno lanciato l’hashtag #sendeanlat (#raccontalatuastoria) per denunciare le esperienze di violenza subite.

Secondo i mezzi d’informazione locali, Özgecan Aslan è stata violentata e uccisa dall’autista dell’autobus che la portava dall’università a casa. Grazie all’aiuto di due complici, l’omicida, identificato come Ahmet Suphi Altindoken, ha dato fuoco al corpo della ragazza per distruggere ogni possibile traccia dell’omicidio. I tre aggressori sono stati arrestati dalla polizia il 15 febbraio e hanno confessato l’omicidio.

Le organizzazioni per i diritti delle donne hanno chiesto al governo di Ankara di combattere questo tipo di reati e hanno accusato i politici del Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) al governo di aver assecondato atteggiamenti misogini. Secondo queste associazioni, gli omicidi di donne sono aumentati in modo significativo negli ultimi dieci anni, fino a raggiungere i trecento casi nel 2014. Le Monde, Al Jazeera, Bbc

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