Il consiglio dei ministri riunito a Chigi alle 17.30 ha dato il via libera alla proposta di riforma scolastica La buona scuola, presentata dal presidente del consiglio per la prima volta nel settembre del 2014. Il premier ha deciso di non ricorrere a un decreto, ma di presentare un disegno di legge, che arriverà in parlamento la prossima settimana. Sembra tramontata, quindi, l’ipotesi di un decreto per l’assunzione di oltre centomila docenti precari, come era stato annunciato. Ecco cosa prevede la riforma:

  1. Scatti di anzianità. Restano gli scatti di anzianità, che in un primo momento avrebbero dovuto essere eliminati. Ogni 9, 15, 21, 28 e 35 anni i docenti avranno un aumento di stipendio. Non saranno invece inseriti gli scatti per merito. Dal 2016 verrà istituito il “bonus annuale delle eccellenze” per i docenti. Ogni anno il dirigente scolastico, sentito il consiglio d’istituto, assegnerà un bonus al 5 per cento dei suoi insegnanti per premiare i più meritevoli. Per questo, saranno stanziati 200 milioni all’anno.
  2. Scuole private e sgravi fiscali. Rimangono gli sgravi fiscali per le famiglie che scelgono di mandare i figli nelle scuole private paritarie, ma solo per la scuola dell’obbligo. Dalle superiori gli sgravi non sono confermati. Inoltre potrà essere destinato anche alle scuole il 5 per mille nella dichiarazione dei redditi. Inoltre chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati agli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65 per cento) nella dichiarazione dei redditi.
  3. Precari. Centomila precari dovrebbero essere regolarizzati entro settembre del 2016. L’assunzione avverrà a partire dalle graduatorie ad esaurimento e poi dai vincitori del concorso del 2012. Esclusi gli idonei e i supplenti degli elenchi di istituto.
  4. Bonus per gli insegnanti. Per un anno sarà concesso ai docenti un bonus del valore di 500 euro, per finanziare acquisti culturali come libri, biglietti per il teatro, concerti, mostre.
  5. Autonomia. I presidi disporranno di più autonomia per gestire le risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Il dirigente scolastico potrà scegliere i professori a partire dagli albi degli assunti. Negli albi confluiranno i docenti assunti attraverso il piano straordinario di assunzioni e poi tramite concorsi.
  6. La riforma prevede anche scuole aperte nel pomeriggio e classi meno numerose.
  7. Sarà obbligatorio fare tirocini negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 400 ore all’anno, 200 ore previste per gli studenti dei licei.

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