In Sudafrica la popolazione è in rivolta contro gli immigrati, dopo le dichiarazioni del re zulu, Goodwill Zwelithini, che ha invitato il governo a intraprendere azioni per mandare via gli stranieri dal paese. Nei giorni scorsi almeno quattro persone sono morte nelle violenze scoppiate a Durban e oggi ci sono stati scontri nelle manifestazioni in solidarietà con le vittime.

Gli immigrati sono accusati di essere la causa dell’altissimo tasso di disoccupazione, il più alto della regione per quanto riguarda la fascia giovanile. Nel 2013 ha raggiunto il 48,4 per cento, secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro.

Dal 1995 la disoccupazione è aumentata del 15 per cento. Nel 2014 è stata del 24,3 percento. Secondo la definizione estesa di disoccupati, che comprende anche le persone che hanno smesso di cercare lavoro perché scoraggiate dalle scarse opportunità, il tasso nell’ultimo trimestre del 2014 è salito al 34,6 per cento.

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I neri sono la fascia di popolazione più colpita, a causa dei bassi livelli di istruzione e la loro segregazione nelle aree più periferiche della città durante l’apartheid. Le proteste sono anche provocate dal fatto che il tasso di disuguaglianza nella distribuzione del reddito è il più alto al mondo dopo quello del Lesotho.

Inoltre, secondo un rapporto citato dal sito Africacheck, i migranti stranieri ottengono più facilmente un impiego rispetto ai sudafricani non migranti, anche se spesso si tratta di posizioni precarie e nel settore informale:

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