Gruppi armati hanno preso di mira i negozi gestiti dagli immigrati africani, accusati di rubare il lavoro ai sudafricani. Migliaia di stranieri hanno abbandonato le loro case, i governi dei paesi confinanti preparano un piano di rimpatrio
I deputati sudafricani hanno deciso di sospendere le sedute parlamentari previste per la prossima settimana, per lanciare una campagna contro la xenofobia nei rispettivi collegi elettorali. È una delle ultime iniziative del governo del presidente Jacob Zuma per riportare la calma nel paese e rassicurare la comunità internazionale. L’annuncio arriva dopo le violenze delle ultime tre settimane che hanno causato almeno sette morti e migliaia di sfollati.
La Tanzania oggi ha rimpatriato trenta cittadini, tra cui donne e bambini che si erano rifugiati in due campi a Durban, mentre nelle scorse settimane sono stati più di 5mila gli stranieri che hanno lasciato il paese, provenienti da Mozambico, Malawi, Zimbabwe, Burundi, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda.
“Il parlamento unisce la sua voce a quanti hanno condannato la violenza contro gli stranieri, il razzismo e tutte le forme di intolleranza nel nostro paese”, si legge nel comunicato diffuso sul sito del parlamento.
A Johannesburg sono attese almeno trentamila persone per una manifestazione in solidarietà con le vittime delle violenze xenofobe in Sudafrica. Nelle ultime settimane, negli attacchi contro gli immigrati a Durban e nelle township di Johannesburg, sono rimaste uccise sei persone. Per dimostrare che il governo si sta occupando della questione, Zuma ha schierato l’esercito nella township di Alexandra e in diverse zone del Kwa-Zulu Natal.
Sono più di 350 gli stranieri uccisi dal 2008, secondo il Centro delle migrazioni africane dell’università di Witwatersrand. E la maggioranza di questi crimini è rimasta impunita.
Undici sospettati sono stati arrestati a Johannesburg durante un raid notturno della polizia insieme alle forze dell’esercito, schierate dal presidente Jacob Zuma per fermare le violenze xenofobe nel paese. Decine di poliziotti hanno circondato un dormitorio che ospita dei lavoratori sudafricani nel quartiere di Jeppestown, teatro di scontri nei giorni passati. I sospettati hanno dai 24 ai 29 anni. Sono accusati di furto e ricettazione di beni rubati durante i saccheggi contro i negozi gestiti da immigrati.
Sono almeno sei i morti delle violenze delle ultime settimane, solo uno di questi ha un nome: Emmanuel Sithole, un mozambicano di 35 anni, accoltellato a morte il 20 aprile nella township di Alexandra, davanti a un gruppo di giornalisti del Sunday Times che ha pubblicato una testimonianza fotografica dell’accaduto e diffuso la notizia nel paese.
Il governo del Sudafrica ha deciso di schierare l’esercito nella township di Alexandra a Johannesburg e in diverse zone del Kwa-Zulu Natal per contrastare l’ultima ondata di violenze xenofobe. “L’esercito avrà una funzione deterrente contro i criminali, è la nostra ultima risorsa”, ha annunciato il ministro della difesa, Nosiviwe Mapisa-Nqakula.
Il ministro ha dato notizia dell’aggressione armata subita da una coppia dello Zimbabwe lunedì sera, soltanto poche ore dopo l’accoltellamento a morte di un mozambicano di 35 anni, sempre ad Alexandra. Gli assalti contro stranieri si sono intensificati da quasi tre settimane, con altri sei morti, in alcuni quartieri di Durban nel Kwa-Zulu Natal e nella capitale commerciale sudafricana.
Le vittime dell’ondata di violenze xenofobe che ha sconvolto il Sudafrica nelle ultime due settimane hanno finalmente un volto: quello di Emmanuel Sithole, un mozambicano di 35 anni che viveva nella township di Alexandra, a Johannesburg. Leggi
Il re della comunità zulu Goodwill Zwelithini ha organizzato oggi un incontro pubblico con gli altri leader tradizionali a Durban, in cui chiederà di fermare le violenze contro gli immigrati in Sudafrica. Zwelithini era stato accusato di aver alimentato gli scontri dopo una dichiarazione in cui chiedeva al governo di fermare “l’invasione degli stranieri”.
Negli attacchi almeno sette persone sono rimaste uccise e trecento sono state arrestate. Migliaia di persone sono state costrette a lasciare le proprie case, e i governi di Mozambico, Malawi e Zimbabwe hanno annunciato piani per il rimpatrio dei connazionali.
I disordini sono cominciati nell’area di Durban e si sono estesi in tutto il paese. Gli immigrati sono accusati di essere la causa dell’altissimo tasso di disoccupazione, il più alto della regione per quanto riguarda la fascia giovanile. Nel 2013 ha raggiunto il 48,4 per cento, secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro.
Circa trecento persone sono state arrestate in Sudafrica con l’accusa di essere coinvolte nelle violenze contro gli immigrati, che nelle ultime due settimane hanno provocato la morte di almeno sei persone. Gruppi armati hanno preso di mira i negozi gestiti dagli immigrati africani, accusati di rubare il lavoro ai sudafricani. Migliaia di stranieri hanno abbandonato le loro case in diverse città del Sudafrica e hanno trovato rifugio in accampamenti improvvisati. I paesi vicini, in particolare Zimbabwe, Malawi e Mozambico, hanno organizzato dei piani per rimpatriare i loro cittadini.
Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha cancellato una visita ufficiale in Indonesia per affrontare l’ondata di xenofobia che ha travolto il paese.
Le violenze sono cominciate due settimane fa a Durban, e proprio da lì il presidente ha lanciato un messaggio agli immigrati, trasmesso in tv: “Chi vuole andare a casa, sappia che quando le violenze saranno finite sarà il benvenuto se vorrà tornare”. Dopo i disordini, migliaia di persone hanno cercato rifugio in luoghi sicuri allestiti a Johannesburg e a Durban e molti sono tornati in Zimbabwe o Malawi.
Nella notte la polizia sudafricana ha arrestato una trentina di persone in seguito ad alcuni atti di vandalismo contro negozi gestiti da immigrati ad Alexandra, una township alla periferia di Johannesburg.
Le violenze contro gli stranieri sono cominciate il mese scorso a Durban in seguito a un discorso del leader zulu Goodwill Zwelithini, che ha accusato gli immigrati di essere responsabili della crisi economica e del crescente tasso di criminalità del paese, invitandoli a fare le valigie e ad andarsene. Molti paesi, tra cui Malawi, Mozambico e Zimbabwe, hanno annunciato dei piani per far rientrare i loro cittadini.
Le violenze contro gli immigrati scoppiate a Durban nei giorni scorsi hanno preso piede anche a Johannesburg, la capitale economica del paese, nella cui area metropolitana vivono sette milioni di persone. Leggi
In Sudafrica la popolazione è in rivolta contro gli immigrati, dopo le dichiarazioni del re zulu, Goodwill Zwelithini, che ha invitato il governo a intraprendere azioni per mandare via gli stranieri dal paese. Nei giorni scorsi almeno quattro persone sono morte nelle violenze scoppiate a Durban e oggi ci sono stati scontri nelle manifestazioni in solidarietà con le vittime.
Gli immigrati sono accusati di essere la causa dell’altissimo tasso di disoccupazione, il più alto della regione per quanto riguarda la fascia giovanile. Nel 2013 ha raggiunto il 48,4 per cento, secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro.
Dal 1995 la disoccupazione è aumentata del 15 per cento. Nel 2014 è stata del 24,3 percento. Secondo la definizione estesa di disoccupati, che comprende anche le persone che hanno smesso di cercare lavoro perché scoraggiate dalle scarse opportunità, il tasso nell’ultimo trimestre del 2014 è salito al 34,6 per cento.
I neri sono la fascia di popolazione più colpita, a causa dei bassi livelli di istruzione e la loro segregazione nelle aree più periferiche della città durante l’apartheid. Le proteste sono anche provocate dal fatto che il tasso di disuguaglianza nella distribuzione del reddito è il più alto al mondo dopo quello del Lesotho.
Inoltre, secondo un rapporto citato dal sito Africacheck, i migranti stranieri ottengono più facilmente un impiego rispetto ai sudafricani non migranti, anche se spesso si tratta di posizioni precarie e nel settore informale:
La polizia ha sparato proiettili di gomma e lacrimogeni per disperdere una manifestazione contro gli immigrati a Johannesburg, in Sudafrica. Nei giorni scorsi almeno quattro persone sono morte nelle violenze scoppiate contro gli stranieri a Durban. Gli immigrati sono accusati di essere la causa dell’altissimo tasso di disoccupazione. Nelle proteste sono stati attaccati anche diversi esercizi commerciali di proprietà di cittadini etiopi, somali e di altre nazionalità che vivono nel paese.
Almeno quattro persone sono morte nelle violenze contro gli stranieri scoppiate negli ultimi giorni a Durban, in Sudafrica. In una serie di scontri tra gli immigrati e la popolazione locale diversi negozi sono stati saccheggiati. Gli immigrati sono accusati di essere la causa dell’altissimo tasso di disoccupazione del paese. Leggi
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