Nell’est dell’Ucraina si stanno intensificando i combattimenti tra le forze governative e i ribelli filorussi, nonostante il cessate il fuoco siglato a febbraio a Minsk, già più volte violato. Gli scontri, che hanno visto il coinvolgimento di carri armati e artiglieria pesante, si sono verificati a Maryinka e Krasnohorivka, a poche decine di chilometri da Donetsk, roccaforte dei ribelli. Entrambi gli schieramenti hanno riportato notizie di feriti, oltre a due civili uccisi da un colpo di mortaio nella regione di Luhansk.
Secondo il governo ucraino, i leader occidentali e la Nato, la Russia sta aiutando i ribelli nelle regioni di Donetsk e Luhansk, fornendo armi pesanti e rinforzi. Mosca continua però a negare, sostenendo che tutti i russi che aiutano i ribelli sono volontari. Più di 6.400 persone sono state uccise nei combattimenti iniziati nell’aprile del 2014.
Intanto stanno procedendo le operazioni di recupero degli operai rimasti intrappolati in due miniere: 576 nella miniera di carbone Zasiadko e altri 375 in quella di Skočinsky, entrambe alla periferia di Donetsk. I minatori sono rimasti bloccati sottoterra dopo un blackout causato dagli scontri a fuoco.
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