La polizia durante uno sgombero davanti alla stazione Tiburtina, l’11 giugno. (Reuters/Contrasto)

Diciotto eritrei sono stati fermati dalle forze dell’ordine e portati all’ufficio immigrazione per essere identificati dopo lo sgombero alla stazione Tiburtina di Roma, avvenuto ieri pomeriggio. Da circa quattro giorni i migranti, soprattutto eritrei, in transito verso il Nordeuropa erano accampati alla stazione Tiburtina in attesa di partire.

Effetto Schengen. Fino al 15 giugno l’Italia ha chiuso le frontiere, a causa della sospensione degli accordi di libera circolazione in occasione del G7 che si è tenuto in Germania. Per questo decine di migranti, tra cui anche minori non accompagnati, sono fermi alle stazioni di Roma, Milano e Bolzano. Centinaia di migranti, tra cui molti eritrei, somali e siriani, sono stati soccorsi in mare nel finesettimana e sono stati portati sulle coste italiane. Ora cercano di raggiungere le loro famiglie nel nord dell’Europa, contrariamente da quanto stabilito dal trattato di Dublino che li obbligherebbe a far richiesta d’asilo nel paese di arrivo in Europa. Dopo lo sgombero del borghetto abusivo di Ponte Mammolo, il 12 maggio, molti eritrei, etiopi e somali in transito si sono ritrovati senza un luogo dove andare in attesa di ripartire.

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