È di almeno 28 morti e un centinaio di feriti il bilancio dell’attentato commesso questa mattina in Turchia tra un gruppo di volontari che si preparava a partire per sostenere la ricostruzione di Kobane, la città siriana liberata a gennaio dopo un lungo assedio del gruppo Stato islamico.
Le autorità turche sospettano che ci sia il gruppo jihadista dietro l’esplosione avvenuta in un centro culturale di Suruç, una città a maggioranza curda che si trova a soli dieci chilometri da Kobane. “I primi indizi mostrano che si è trattato di un attacco suicida dello Stato islamico”, ha detto alla Reuters un alto funzionario di Ankara. Una seconda fonte ha dichiarato all’agenzia che l’attacco sembra essere “una rappresaglia per gli sforzi del governo turco nella lotta al terrorismo “.
Il presidente Tayyip Erdoğan ha condannato l’attentato, commesso a poche settimane dalla sua decisione di rinforzare i contingenti dell’esercito lungo parte del confine con la Siria, per timore di scontri tra le forze curde e i militanti dello Stato islamico. Secondo il quotidiano locale Hürriyet a farsi esplodere potrebbe essere stata una ragazza di 18 anni.
Al momento dell’esplosione circa trecento persone della Federazione delle associazioni giovanili socialiste si trovavano nel giardino del centro culturale Amara. Stavano organizzando la partenza per Kobane, dove avrebbero dovuto costruire una biblioteca e un parco giochi.
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— Sosyalist Gençlik (@sgdf_basin) 20 Luglio 2015
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