Migliaia di persone sono scese in piazza ieri in Brasile per chiedere le dimissioni della presidente Dilma Rousseff. Rousseff, che secondo i sondaggi ha perso gran parte della sua popolarità tra gli elettori, è accusata di non aver fatto abbastanza contro la corruzione, di essere coinvolta nello scandalo dell’azienda petrolifera di stato Petrobras e di essere responsabile della grave crisi economica che attraversa il paese.

Le manifestazioni si sono svolte in nove stati. Molti contestatori indossavano le magliette gialle della nazionale di calcio brasiliana, cantavano l’inno nazionale e hanno mostrato cartelli con la scritta “Fora Dilma!” (“Dilma fuori”). A São Paulo sono scese in piazza circa 350mila persone. Nella capitale, Brasilia, circa 25mila. Migliaia di manifestanti hanno anche occupato la spiaggia di Copacabana, a sud di Rio de Janeiro.

Il video della Reuters


Si tratta della terza manifestazione di massa nel 2015 contro la presidente Rousseff, che si trova nel primo anno del suo secondo mandato, e contro il suo partito, il Partito dei lavoratori.

Cos’è lo scandalo Petrobras. È un’inchiesta sulla corruzione che ha coinvolto i dirigenti della compagnia petrolifera di stato, Petrobras, le principali aziende brasiliane per le costruzioni e i lavori pubblici (Btp) e anche il partito di Rousseff, il Partito dei lavoratori. I dirigenti della Petrobras, secondo l’accusa, avrebbero gonfiato i contratti per costruire infrastrutture petrolifere e guadagnare 800 milioni di dollari. Parte dei soldi guadagnati sarebbe servita per finanziare la campagna elettorale del Partito dei lavoratori.

Secondo l’accusa, i dirigenti della Petrobras avrebbero gonfiato i contratti per costruire infrastrutture petrolifere e guadagnare almeno 800 milioni di dollari. I soldi sarebbero serviti in parte per finanziare la campagna elettorale del Partito dei lavoratori, che governa il paese dal 2003.

Dilma Rousseff non è direttamente coinvolta nell’inchiesta. L’opinione pubblica brasiliana però è convinta che Rousseff fosse a conoscenza del sistema di tangenti, perché, nel periodo in cui sarebbero avvenuti i reati, era presidente del consiglio di amministrazione di Petrobras, è stata ministra dell’energia nel primo governo Lula (dal 2003 al 2005), poi ministra della Casa civil, una figura che si può paragonare a quella del primo ministro nei regimi parlamentari, e capo di gabinetto del governo Lula.

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