Un aereo di linea russo è precipitato nella penisola egiziana del Sinai con 224 persone a bordo: 217 passeggeri, tra cui 17 bambini, e sette membri dell’equipaggio. Le autorità egiziane hanno riferito che non ci sono superstiti. Le vittime sono tutte russe, tranne tre di nazionalità ucraina.
Un guasto tecnico. Il volo numero 7K9268, un Airbus A321 della compagnia Kagalymavia, era partito da Sharm el Sheikh alle 5.51 ora locale (le 4.51 in Italia) ed era diretto a San Pietroburgo, in Russia. Ventitré minuti dopo il decollo è scomparso dai radar, quando stava viaggiando a 21mila piedi. Secondo il capo della commissione tecnica egiziana che indaga sulla vicenda, Ayman al Mokadem, il pilota aveva contattato le autorità aeroportuali dopo essersi reso conto di un guasto tecnico, chiedendo se poteva effettuare un atterraggio di emergenza nell’aeroporto più vicino. La stessa fonte, citata dal quotidiano Al Ahram, ha ipotizzato che l’incidente sia avvenuto durante il tentativo di raggiungere l’aeroporto internazionale di Al Arish, nel nord del Sinai.
La pista jihadista. Nelle montagne dove è avvenuto l’incidente, non lontano da Arish, l’esercito regolare egiziano combatte contro le milizie jihadiste affiliate al gruppo Stato islamico ed è in vigore lo stato di emergenza. Le autorità egiziane hanno assicurato che l’aereo non è stato abbattuto e che si è trattato di un incidente dovuto a un’avaria. Ma diverse ore dopo l’incidente i jihadisti della provincia dello Stato Islamico nel Sinai hanno diffuso un comunicato per rivendicare l’abbattimento del volo. La rivendicazione non ha ricevuto conferme e molti esperti sono comunque scettici nel ritenere che il gruppo possa avere la tecnologia per compiere un attacco del genere.
04:13 UTC FR24 lost coverage of flight #7K9268 from Sharm el-Sheikh to St. Petersburg https://t.co/RlcJTpDHwI pic.twitter.com/DfOPFJXYqq
— Flightradar24 (@flightradar24) 31 Ottobre 2015
Le reazioni. Il presidente russo Vladimir Putin ha proclamato per il 1 novembre una giornata nazionale di lutto e ha dato istruzioni al primo ministro Dmitry Medvedev di istituire una commissione di governo, presieduta dal ministro dei trasporti, per far luce sull’accaduto. Un team di esperti e investigatori russi è stato mandato da Mosca sul luogo dell’incidente, già raggiunto da cinque aerei egiziani e 45 ambulanze. Le squadre di soccorso stanno lavorando per recuperare i cadaveri e alcuni testimoni hanno riferito che l’aereo, dopo l’impatto, si è spezzato in due: una piccola parte sulla coda che si è bruciata e una parte più grande che si è schiantata sulle montagne.
I am deeply shocked by the plane crash in the Sinai Peninsula. The tragedy will be thoroughly investigated, the families will receive aid
— Dmitry Medvedev (@MedvedevRussiaE) 31 Ottobre 2015
L’aereo. I piloti dell’A321 avevano denunciato problemi a un motore dell’aereo già nei giorni precedenti al disastro. “Nell’ultima settimana l’aereo aveva richiesto più volte assistenza perché il motore non si avviava”, hanno riferito fonti della sicurezza dell’aeroporto di Sharm el Sheikh citate dall’agenzia russa Ria Novosti. L’Airbus aveva diciotto anni ed era stato comprato dalla compagnia nel 2012. Aveva già accumulato circa 56mila ore di volo. Il Comitato investigativo federale russo ha aperto un’inchiesta sulla compagnia Kogalymavia “per violazioni delle normative sui voli e sui loro preparativi”.
I precedenti. La compagnia aerea è nota con il nome di Metrojet, dopo il cambiamento di marchio del 2013. Era stata creata nel 1993 come linea aerea regionale ma si è poi specializzata in voli internazionali. Dai dati dell’Aviaton safety network, risulta che la compagnia russa ha già avuto due incidenti. Il 1 gennaio 2012 un Tupolev 154 ha preso fuoco durante il rullaggio nell’aeroporto di Surgut, in Siberia, provocando 3 morti e 42 feriti. Il 24 gennaio 2010, in Iran, un altro aereo della compagnia, operato da Taban air, ha effettuato un atterraggio di emergenza per un problema al carrello e alla coda dell’aeromobile, ferendo quaranta persone. In Italia, Metrojet serve gli aeroporti di Treviso e Rimini.
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