In Romania si è dimesso il primo ministro Victor Ponta, dopo le manifestazioni seguite all’incendio che venerdì sera ha provocato la morte di 32 persone in una discoteca di Bucarest. Più di ventimila persone si sono date appuntamento martedì sera nella centralissima piazza della Vittoria, davanti alla sede del governo romeno, per protestare sulle modalità con cui vengono accordate le licenze ai locali e sulla carenza di ispezioni. Dietro slogan come “Assassini” e “La corruzione uccide”, i manifestanti hanno chiesto le dimissioni del premier socialdemocratico e del ministro dell’interno Gabriel Oprea, esponente dell’Unione nazionale per il progresso della Romania (Unpr) che fa parte della coalizione di governo.

Il video dell’Agence France-Presse


Ponta – già incriminato per evasione fiscale, riciclaggio e per aver detto il falso quando lavorava come avvocato nel 2007 e nel 2008 – era già sotto pressione da parte dell’opposizione e del presidente Klaus Iohannis. “I politici non possono ignorare tale sentimento di rivolta popolare”, ha scritto subito dopo le manifestazioni Iohannis sulla sua pagina Facebook.

“Posso portare avanti ogni battaglia politica, ma non posso combattere contro il popolo”, ha detto oggi il premier annunciando le sue dimissioni, insieme a quelle dell’intero governo. Si è dimesso anche il sindaco del quarto settore della capitale, Cristian Popescu Piedone, che si è assunto pubblicamente la “responsabilità morale” della strage. Piedone fa parte di un piccolo partito liberale della coalizione di governo e ha dato l’annuncio poco dopo quello di Ponta.

Il segretario del Partito socialdemocratico Liviu Dragnea ha spiegato che la dirigenza avrebbe incontrato gli altri partiti della coalizione di governo in serata per decidere le prossime mosse. Anche la principale forza dell’opposizione, il Partito nazionale liberale ha convocato una riunione d’emergenza.

Le analisi. “La tragedia del club Colectiv, preceduta dalle polemiche per la morte, il 20 ottobre, di un poliziotto in moto della scorta del ministro dell’interno Sorin Oprea, non è stata la causa delle proteste, ma solo la scintilla che ha innescato quest’esplosione sociale”, ha scritto Mihai Gotiu su România Curată. Secondo il commentatore, le dimissioni di una singola persona e la caduta di un intero governo non basteranno a soddisfare le aspettative dei romeni, che hanno “più buonsenso e razionalità di quanto qualcuno voglia credere”.

Gabriel Bejan ha invece definito le dimissioni di Ponta “un gesto ovvio in un paese europeo”. “Il gesto del premier romeno arriva in ritardo e non è spontaneo: Ponta è stato convinto a farsi da parte dal leader del suo partito. Questo dice molto su come il primo ministro considera i rapporti con i cittadini. Un altro punto triste da rimarcare è il fatto che in Romania solo la morte di più persone riesce davvero a smuovere e a far cambiare le cose. A ventisei anni dalla rivoluzione del 1989, i politici romeni si mobilitano sul serio solo davanti alle tragedie”, ha scritto il commentatore di România liberă.

La strage del Colectiv club. L’incendio era avvenuto venerdì sera nel Colectiv club di Bucarest, durante un concerto del gruppo rock romeno Goodbye to Gravity, che stava promuovendo il nuovo album con uno spettacolo di luci e giochi pirotecnici. L’esplosione incontrollata dei fuochi d’artificio ha dato origine all’incendio nel locale, in cui erano presenti almeno 400 persone. Molte delle vittime sono morte nella calca, per il tentativo fallito di uscire dalla discoteca. Nei giorni scorsi è stato arrestato uno dei proprietari del locale, dove non sono state garantite le misure di sicurezza necessarie.

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