Il 1 febbraio l’Iowa sarà il primo stato a scegliere un candidato democratico e uno repubblicano nelle primarie in vista delle presidenziali di novembre.

Non si tratta di elezioni ma di caucuses, cioè di riunioni di partito. Le consultazioni sono organizzate dal Partito democratico e dal Partito repubblicano, ma con metodi differenti.

Chi vota?

In Iowa, come in molti altri stati, gli elettori sono iscritti nelle liste elettorali come democratici, repubblicani oppure senza essere legati a un partito. Secondo il segretario di stato dell’Iowa, su 3,1 milioni di abitanti ci sono circa 584mila elettori democratici, 611mila repubblicani e 725mila “senza partito” (il resto è composto da minorenni, stranieri, detenuti).

Solo gli elettori iscritti come repubblicani possono votare in un caucus repubblicano, e lo stesso vale per i democratici. Tuttavia, sarà possibile iscriversi alle liste dei due partiti al momento stesso del voto. Potranno partecipare al voto del 1 febbraio anche i minorenni che compiranno i 18 anni entro l’8 novembre 2016, il giorno delle elezioni presidenziali.

Dove si vota?

Ognuno dei 1.681 distretti elettorali dello stato organizza il suo caucus. Ogni partito allestisce postazioni di voto nei luoghi pubblici: scuole, biblioteche, sedi di associazioni. Le postazioni si possono trovare anche in due ambienti diversi di uno stesso edificio.

Il metodo dei repubblicani

Gli elettori repubblicani si riuniscono all’ora prevista (la sera) e dopo alcune formalità organizzative i rappresentanti pronunciano un breve discorso per invitare gli elettori a scegliere il loro candidato.

Segue una votazione a scrutinio segreto. Dopo lo spoglio la postazione di voto comunica il risultato al partito, che tira le somme e proclama il vincitore a livello statale.

Secondo Real Clear Politics, un sito che realizza una media dei sondaggi usciti nelle ultime settimane, i favoriti sono il miliardario Donald Trump e il senatore del Texas Ted Cruz.

Il metodo dei democratici

I democratici non esprimono un voto ma seguono una procedura complessa. A ogni distretto è assegnato un numero di delegati in base all’affluenza democratica alle ultime due elezioni. I delegati scelti nei vari distretti andranno poi a rappresentare il distretto nelle convention di contea.

Dopo le formalità iniziali i sostenitori di ciascun candidato si riuniscono fisicamente in una zona della struttura dove si svolge la riunione. In un’angolo si schiereranno i sostenitori di Hillary Clinton, in un altro quelli di Bernie Sanders e in un altro ancora quelli di Martin O’Malley. A quel punto c’è una prima conta per capire quanti sostenitori ha ogni candidato.

I gruppi che non raggiungono una determinata soglia (che di solito è il 15 per cento del totale) si sciolgono, e i suoi membri a quel punto possono unirsi a uno degli altri gruppi o andare via. È in occasione di questo riallineamento che i capi dei gruppi cercano di convincere i sostenitori degli altri candidati a appoggiare il loro candidato.

A quel punto c’è il secondo conteggio dei sostenitori. E a partire dal totale vengono assegnati proporzionalmente i delegati per la convention di contea. Ma bisogna arrotondare, quindi un gruppo più nutrito può ritrovarsi con lo stesso numero di delegati di uno con meno sostenitori.

Ma la serata democratica non finisce qui. È prevista una seconda tappa: in base al numero di delegati eletti alle convention di contea, il partito deve calcolare a livello centrale (in base a una proporzione) il numero di delegati da inviare alla convention dello stato.

Il candidato che ottiene il maggior numero di delegati è proclamato vincitore. La procedura può durare anche due ore, a seconda del numero dei partecipanti.

Secondo la media dei sondaggi di Real Clear Politics, il risultato è molto incerto: Hillary Clinton è leggermente in vantaggio su Bernie Sanders.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questo articolo è stato pubblicato dall’agenzia francese Afp.

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