Al referendum del 23 giugno nel Regno Unito ha vinto la Brexit e i cittadini britannici si sono quindi espressi a favore dell’uscita dall’Unione europea. Ecco quali saranno i prossimi passaggi istituzionali:
Discorso di David Cameron e telefonata ai vertici europei
Il premier britannico David Cameron farà un discorso alla nazione nel corso della mattinata, anche se non si sa ancora a che ora, con l’obiettivo principale di evitare il panico sui mercati.
A Bruxelles, alle 8 del mattino, comincia una riunione straordinaria della Conferenza dei presidenti del parlamento europeo (i capigruppo politici più il presidente dell’assemblea, Martin Schulz). La riunione dovrebbe essere breve, giusto il tempo di dare un mandato a Schulz, che poi andrà dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, insieme al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e al primo ministro del governo che esercita in questo momento la presidenza semestrale del Consiglio Ue, l’olandese Mark Rutte. I quattro ai vertici delle istituzioni Ue riceverenno durante la loro riunione la telefonata del premier britannico David Cameron, che comunicherà loro i risultati del referendum.
Cameron dovrebbe comunicare ai rappresentanti delle istituzioni europee la volontà del suo paese di lasciare l’unione, e dare così il via – forse già al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno – al negoziato con gli altri stati membri per l’accordo sui tempi e modi dell’uscita di Londra dall’unione. Che avverrebbe comunque, come prevede l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, entro due anni, a meno di un’intesa consensuale (all’unanimità) per un rinvio.
Londra, tuttavia, potrebbe adottare una tattica diversa, non notificando ufficialmente ai partner dell’Ue l’intenzione del governo britannico di recedere dall’Unione, ma comunicando solo, informalmente, il risultato del referendum. In questo modo manterrebbe un maggiore potere negoziale, non sarebbe sottoposta alla spada di Damocle del termine di due anni, e potrebbe continuare le trattative a oltranza, mantenendo ancora tutti i diritti di uno stato membro.
I tempi dei ricorsi
Per evitare questa forzatura del Trattato, una possibilità a cui si sta pensando a Bruxelles è una risoluzione, che sarebbe votata dalla plenaria del Parlamento europeo in seduta straordinaria prima del vertice Ue del 28 e 29 giugno, in cui si chiederebbe ai capi di stato e di governo di considerare come notifica ufficiale della volontà di recesso da parte di Londra proprio la comunicazione sul risultato del referendum.
A complicare ulteriormente il quadro c’è la possibilità che Cameron si dimetta, in quanto capo di uno schieramento sconfitto: possibilità che lo stesso premier ha negato, ma che non è esclusa, alla luce delle enormi pressioni fatte dai suoi avversari politici, a partire da Nigel Farage dell’Ukip, ma anche dalle pressioni fatte all’interno del suo stesso partito, i conservatori.
Il premier potrebbe anche chiedere un voto di fiducia parlamentare. La prossima seduta di Westminster è in programma per lunedì 27, ma il parlamento potrebbe riunirsi in emergenza già domenica.
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