Donald Trump ha difeso l’ordine esecutivo con cui ha chiuso le frontiere degli Stati Uniti a profughi e migranti provenienti da alcuni paesi musulmani sostenendo che è stato promulgato per proteggere “la nazione contro l’ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti”. Eppure nella lista nera dei paesi non compaiono quelli da cui arrivarono i terroristi responsabili degli attacchi dell’11 settembre 2001. Da quel giorno, ricorda il sito d’informazione Upworthy, negli Stati Uniti sono stati accolti più di 700mila profughi, ma nessuno di loro ha commesso un attentato.
Il video di Upworthy.
I paesi da cui è stato bloccato l’ingresso per 90 giorni sono Iraq, Iran, Yemen, Libia, Siria, Somalia e Sudan, mentre gli attentatori dell’11 settembre arrivavano da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Libano. Paesi con cui il presidente statunitense fa affari, sottolinea Bloomberg, o è in procinto di firmare accordi. Un’omissione che per la stampa statunitense indica chiaramente un conflitto di interessi.
In Arabia Saudita, Trump ha registrato quattro aziende, tutte con interessi in progetti di sviluppo a Gedda, la seconda città del paese. Negli Emirati, la Trump Organization ha accordi per un club di golf, ville di lusso e una spa in costruzione a Dubai, e un secondo club di golf progettato da Tiger Woods. Dalla lista nera sono esclusi anche la Turchia, dove Trump possiede due torri di lusso a Istanbul, e l’Azerbaigian, dove è stata completata la costruzione di un grande hotel, ancora non inaugurato.
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— Michael Keller (@mhkeller) 26 gennaio 2017
Come ricorda la National Public Radio (che riunisce oltre 900 stazioni radio statunitensi), nel 2015 Ivanka Trump disse che l’azienda stava valutando “molteplici opportunità a Dubai, Abu Dhabi, Qatar, Arabia Saudita, le quattro aree dove vediamo maggiore interesse”.
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