Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Egregio Direttore,
a fronte dell’articolo Supermercati, il grande inganno del sottocosto di Fabio Ciconte e Stefano Liberti, pubblicato su Internazionale, Coop precisa quanto segue:
- Coop ha abbandonato oramai da anni la logica delle promozioni spinte per scegliere una strategia che punta al prezzo migliore possibile in un determinato territorio non a scapito della qualità (non a caso lo slogan peraltro citato dagli stessi autori è “Qualità e convenienza”). Qualità per Coop significa sicurezza e eticità e per raggiungere questo obiettivo vengono effettuati oltre 3.300.000 controlli all’anno solo per citare il prodotto a marchio. Si tratta di controlli assolutamente non obbligatori, sui quali Coop investe oltre 9.000.000 di euro all’anno. Un impegno oneroso che nessuno impone ma che Coop fa.
- Coop è un soggetto economico e sta sul mercato ma lo fa con una sua ragion d’essere che non appartiene all’impresa privata. I rapporti con i fornitori sono mediamente più che ventennali ed è grazie a Coop se piccole e piccolissime imprese sono cresciute fino a affacciarsi e competere sui mercati internazionali. Il caso citato è appunto un caso, uno su migliaia e su questo attendiamo comunque il pronunciamento dell’Antitrust.
- Dove sta la contraddittorietà fra una campagna importante come quella sulla legalità, che peraltro Liberti e Ciconte conoscono bene, e il manifesto che annuncia l’arrivo di Coop in Calabria? I prezzi bassi del titolo (enfatizzati in un tipo di comunicazione che lo richiede) sono gli stessi di cui sopra, non disgiunti dalla ricerca della qualità. Non prezzi bassi a tutti i costi.
Dispiace osservare come in una inchiesta di tal fatta gli autori preferiscano partire e fermarsi, almeno per quanto riguarda Coop, ai dettagli singoli certo più lineari e didascalici piuttosto che ricostruire un quadro complessivo più corrispondente alla nostra realtà.
Disponibili come sempre ad approfondimenti.
Silvia Mastagni (responsabile ufficio media e comunicazione istituzionale)
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