Le banche di Wall street esultano. Dopo l’elezione di Donald Trump la borsa di New York ha registrato il suo miglior risultato settimanale degli ultimi cinque anni, con un balzo dei titoli bancari. Il Wells Fargo ha guadagnato il 13,6 per cento, JPMorgan il 9,5 per cento e Bank of America l’11,9 per cento. Non è esattamente il segno di una vittoria del popolo contro le élite. Ma da dove viene l’euforia della borsa?
Guidata dalle banche, Wall street esulta per la volontà del presidente eletto di ammorbidire la legge Dodd-Frank del 2010, approvata per regolamentare il settore bancario dopo la crisi del 2008. Con Donald Trump le banche potranno godere di grandi margini di manovra e potranno assumersi rischi maggiori. Ci sono buoni motivi per preoccuparsi, ma evidentemente i dirigenti e gli azionisti non se ne curano.
Inoltre, il mondo della finanza esulta (stavolta a ragione) per altri due motivi. Il primo è che gli Stati Uniti possono finalmente lasciarsi alle spalle lo stallo istituzionale derivato dall’opposizione tra un presidente democratico e un congresso dominato dai repubblicani. Fino a ieri le due camere bloccavano ogni proposta di Barack Obama, paralizzando qualsiasi iniziativa, mentre oggi, con il potere esecutivo e quello legislativo nelle mani dello stesso partito, si potranno prendere decisioni concrete, buone o cattive che siano.
Sull’onda dell’improvvisazione
Uno degli elementi essenziali del programma di Trump, il rilancio dell’economia attraverso grandi investimenti nelle infrastrutture del paese, è accettato da tutti. È quello che chiedeva Bernie Sanders, il socialista che aveva conteso la candidatura democratica a Hillary Clinton, è quello che Clinton avrebbe voluto realizzare ed è quello che il mondo dell’economia e della finanza spera, perché lo stato delle infrastrutture americane lo pretende e non ci sono altri modi per consolidare la crescita e i posti di lavoro.
Resta da capire cosa intende fare davvero il nuovo presidente, ma su questo punto il buon senso, l’interesse dei più poveri e delle élite (quelle élite abominevoli bersagliate dal candidato Trump) convergono, tanto che in questo campo il presidente Trump può giocarsi un importante jolly, e lo giocherà di sicuro. Questa è la buona ragione dell’euforia della borsa.
Sul versante economico la presidenza Trump potrebbe avere un effetto positivo, se non fosse che è difficile capire se lui sarà in grado di calmarsi e abbandonare le sparate elettorali adottando un atteggiamento saggio da presidente. Al momento non è chiaro, perché da una dichiarazione all’altra la sua équipe e lo stesso Trump oscillano tra annunci tranquillizzanti sulla copertura sanitaria o l’immigrazione a uscite aggressive e insensate. I nuovi arrivati sembrano ancora nella fase dell’improvvisazione, e non è una notizia rassicurante.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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