È stato solo uscendo dal cinema, sulla scala che ci portava in strada, che io e il mio amico Mika ci siamo posti la questione: “Ma poi, il ragazzo del film, era gay?”.

Avevamo appena visto The Bling Ring, il nuovo, essenzialissimo film di Sofia Coppola, la storia di un gruppo di ragazzi che s’intrufolano nelle case delle star di Hollywood per rubare accessori e vestiti firmati.

Ovviamente per me è uno dei film migliori dell’anno. E tra la lista delle raffinatezze che ci ho trovato c’è anche quella di riuscire a rappresentare un personaggio gay senza che la sua omosessualità abbia il minimo peso.

Un [giornalista][1] ha chiesto all’attore diciottenne Israel Broussard (essenzialissimo anche lui) se si fosse accorto subito che il ragazzo che doveva interpretare nel film fosse gay.

“Be’, leggendo la sceneggiatura un po’ si capiva e poi ne ho parlato con Sofia. Le ho chiesto: ‘Come gestiamo la cosa?’ (ride). Lei ha risposto: ‘Non c’è nulla da gestire. Non è appariscente o roba del genere. Non ha niente di esagerato’. Allora ho seguito le sue istruzioni, e credo sia stata molto brava a riuscire a non dare spiegazioni. Non c’è nessuna scena di coming out, dove la cosa viene sottolineata in qualche maniera. La sua omosessualità è un semplice dato di fatto. Un modo molto nuovo di trattare il tema”.

Sembra un dettaglio, ma non lo è. Perché è proprio così che m’immagino il futuro: un mondo senza coming out, dove l’omosessualità sia solo un semplice dato di fatto.

Molto brava Sofia.

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