Finora l’unica scusa per cancellare i Giochi olimpici sono state le guerre mondiali (Berlino 1916, Tokyo 1940 e Londra 1944). Ma se i giochi di quest’anno fossero stati organizzati in un qualsiasi paese dell’Africa occidentale due anni fa, quando l’epidemia d’ebola si stava avvicinando al suo apice, sarebbero sicuramente stati annullati. Quindi le Olimpiadi 2016 – previste a partire dal 5 agosto a Rio de Janeiro – dovrebbero essere cancellate, trasferite o rinviate?
Il problema in questo caso è il virus zika, apparso in Brasile due anni fa e trasmesso dalle punture di zanzara. Provoca solo una debole febbre, e a volte neanche quella, ma è all’origine di un forte aumento di casi di microcefalia nei neonati. Alcuni di questi muoiono, la maggior parte sopravvive ma con difficoltà d’apprendimento più o meno gravi.
I 4.700 casi di microcefalia registrati in Brasile dallo scorso ottobre (contro i 150 di tutto il 2014) mostrano che il paese ha un grosso problema di sanità pubblica, ma è esagerato paragonare lo zika all’ebola, che uccide nella metà dei casi. Eppure 152 medici ed esperti di tutto il mondo hanno firmato una lettera aperta in cui chiedono che le olimpiadi non si svolgano come previsto.
Botta e risposta sulle zanzare
La loro lettera, indirizzata all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e al Comitato olimpico internazionale (Cio) e pubblicata il 25 maggio, è frutto di un’iniziativa del professor Amir Attaran dell’università di Ottawa. “Gli appassionati di sport che possono permettersi di assistere ai giochi di Rio hanno scelto di correre i rischi associati allo zika”, ha dichiarato Attaran, “ma quando alcuni di loro torneranno dopo aver contratto il virus, il rischio sarà esteso anche ai loro compatrioti”.
L’Oms e il Cio hanno immediatamente respinto la richiesta proposta. L’Oms ha fatto notare che gli spettatori stranieri delle olimpiadi, che dovrebbero essere tra i trecentomila e i cinquecentomila, sono poca cosa in confronto ai sei milioni di persone che visitano il Brasile ogni anno e ai nove milioni di brasiliani che viaggiano all’estero (e potenzialmente sono già portatori del virus zika). Perché fissarsi solo sulle olimpiadi?
Perché, sostiene Attaran, tra gli atleti e i turisti olimpici ci sono molte persone che vengono da paesi i cui cittadini normalmente non visiterebbero Rio. Alcuni di questi paesi hanno climi caldi e un sistema sanitario poco efficiente, ma non hanno ancora avuto casi di zika: “Di certo non aiuta il fatto che a Rio si ritrovi mezzo milione di persone provenienti da paesi che normalmente non avrebbero grandi collegamenti con la città brasiliana e rischiano quindi di aprire nuovi canali di trasmissione del virus”.
Al che l’Oms ha risposto che ad agosto, quando in Brasile è pieno inverno, le zanzare dovrebbero essere relativamente poche. Sì, ma quest’anno la febbre dengue, che è trasmessa dalle stesse zanzare, è in aumento, ha ribattuto Attaran.
Il rischio di diffondere il virus in paesi dove probabilmente non arriverebbe per molto tempo è reale
L’esercito brasiliano sta procedendo alla disinfestazione e gli ispettori sanitari di quartiere sono stati incaricati di eliminare le pozze d’acqua dove gli insetti si riproducono, ha spiegato il governo. Pensate davvero che il governo brasiliano sia in grado di debellare le zanzare a Rio, anche solo temporaneamente, si chiede chiunque abbia mai avuto a che fare con la burocrazia brasiliana. Questo è il tono della discussione, che assume toni sempre più aspri.
Attaran ha perfino accusato pubblicamente l’Oms di difendere il Cio perché le due organizzazioni collaborano ufficialmente dal 2010: “Il fatto che l’Oms vada a braccetto con il Cio è una prova d’ignoranza e arroganza”. E i soldi in gioco sono molti.
Il governo brasiliano dovrebbe spendere dieci miliardi di dollari per i giochi olimpici, a cui se ne aggiungono altri tre in vari contratti relativi a comunicazione e servizi. Solo una piccola parte di questo denaro sarebbe rimborsata dalle assicurazioni se i giochi dovessero essere cancellati. Buona parte delle voci che ripetono con insistenza che tutto andrà bene nasce sicuramente dalle preoccupazioni relative al denaro che potrebbe andare perduto.
Uno sforzo concertato
Il rischio di diffondere il virus zika in paesi dove probabilmente non arriverebbe per molto tempo è reale e serio. Un vaccino è attualmente allo studio, e uno o due anni potrebbero fare una grande differenza. Ma cerchiamo di essere realistici: le olimpiadi di Rio non possono essere spostate in tempo e non saranno cancellate o rinviate. E quindi che si può fare?
Il dottor Lawrence Gostin della Georgetown university ha una proposta: “La comunità internazionale, sotto la guida dell’Oms, dovrebbe dichiarare una guerra senza quartiere alle zanzare di Rio”. Uno sforzo concentrato, debitamente finanziato e sotto stretta supervisione internazionale potrebbe quasi azzerare la popolazione di zanzare, almeno per la durata dei giochi.
Questo non è ancora accaduto, e il motivo principale è che sarebbe umiliante per il Brasile ammettere di non essere in grado di farlo da solo. Vista la crisi politica interna che sta infuriando nel paese, a Brasília ci sono pochi politici disposti a chiedere aiuto. Ma è giunto il momento di cercarne uno.
(Traduzione di Federico Ferrone)
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