Maryam Al Khawaja (Peter Mydske)

Maryam al Khawaja, 27 anni, codirettrice del Centro per i diritti umani del Golfo e figlia del prigioniero di coscienza Abdulhadi al Khawaja, [è stata arrestata il 30 agosto 2014][1] al suo arrivo all’aeroporto internazionale di Manama, in Bahrein.

Di doppia nazionalità, danese e bahreinita, Maryam al Khawaja, è stata fermata dopo essere stata perquisita da agenti di polizia ed essersi, a quanto pare, rifiutata di consegnare il suo cellulare ed è stata accusata di “aver aggredito agenti di polizia nell’esercizio delle loro funzioni”.

Attualmente si trova nel centro di detenzione femminile Issa, a sud di Manama, e [il suo processo comincerà il 1 ottobre][2].

Al Khawaja, che viveva in esilio in Danimarca, era tornata nel suo paese per provare a incontrare suo padre, che è in sciopero della fame dal 26 agosto e in carcere dal 2011 con una condanna all’ergastolo. Anche la sorella di Maryam, Zainab, è stata rilasciata su cauzione a febbraio del 2014, dopo più di un anno di carcere, e dovrà affrontare un nuovo processo.

Amnesty International ritiene che Maryam al Khawaja sia presa di mira per aver denunciato continuamente le violazioni dei diritti umani che avvengono in Bahrein dal 2011 e che l’accusa di aver aggredito agenti di polizia appaia ingiustificata. Per questo ha lanciato [un’azione urgente][3] a cui si sono uniti più di [160 intellettuali ed esponenti della società civile][2].

Nel 2012 Maryam al Khawaja aveva partecipato al festival di Internazionale a Ferrara. Ecco il suo intervento:

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Stefania Mascetti lavora a Internazionale. Su Twitter: @smasc

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