Dopo averle provate tutte per impedire alle navi della flottiglia di prendere il largo verso la Striscia di Gaza, il 1 luglio il capo della protezione civile greca ha dichiarato che è vietato salpare dai porti greci in direzione di Gaza.
La nave statunitense The audacity of hope ci ha provato ma è stata intercettata dopo trenta minuti. Il 2 luglio è successo lo stesso alla spagnola Guernica. “Oggi salpiamo”, ha detto il 4 luglio Stephan Corriveau, del comitato direzionale della Tahrir. Ci ha chiesto di trovarci a bordo a mezzogiorno e di portare solo un piccolo zaino. La Tahrir è sorvegliata 24 ore su 24 dalla guardia costiera.
Ore 17 Due partecipanti alla spedizione remano allegri sui loro kayak arancioni.
Ore 17.45 Ci muoviamo. I due kayak girano in cerchio vicino alla nave della guardia costiera. Che non può muoversi.
Ore 17.50 La nave della guardia costiera riesce a liberarsi. La segue un gommone che va a grande velocità.
Ore 18 La nave della guardia costiera ci raggiunge e ci attacca con i cannoni ad acqua.
Ore 18.05 Il gommone si avvicina, tre agenti saltano a bordo della Tahrir e puntano le pistole contro alcune donne. Entrano nel pozzetto. Non c’è nessuno. La nave va con il pilota automatico. Chi è il capitano? In quaranta rispondono: “Sono io il capitano”.
La nave con quaranta capitani viene rimorchiata in porto. I due sul kayak e la proprietaria della barca rimangono in custodia per due giorni. Il 6 luglio, a mezzogiorno, comincia il loro processo.
*Traduzione di Andrea Sparacino.
Internazionale, numero 905, 8 luglio 2011*
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