1. Valerio Millefoglie, Ex rapper
Ex per sempre: ex conquista, ex nuova scoperta, ex ultimo della classe… giù giù fino a “ex fissato con Bukowski” ed “ex Dostoevskij”. La formazione come sequenza di rinunce. Tutto quello che non si è diventati; tutte le strade non imboccate. O tutte creature della mitologia personale da schiaffare nelle canzoni, e da buttare fuori in un album, I miei migliori amici immaginari, da autodidatta stralunato con l’organetto Bontempi. Tutto quello che non si diventa, quanto diventa parte di noi? Discutiamone con il dottore, o almeno immaginiamocelo e scriviamone.
2. Legittimo Brigantaggio, Eucalyptus
Latina e le idrovore e l’Agro pontino e gli acquistini e Anzio, siamo nei posti di Tiziano Ferro ma sembra di stare tra le pagine di Pennacchi, in quella terra promessa alle zanzare di cui parla Canale Mussolini. Folk rock combattivo, con abbastanza afflato letterario da stecchire una libellula. Musica militante che ama Ennio Flaiano ma tiene a bada l’ironia, impila libri e allinea operai e Quarto stato, anacronismi da librivori, non nuovissimi ma di nobili intenzioni, funghetti pronti a spuntare con il loro sapore d’impegno fatto in casa.
3. A Classic Education, Forever boy
Gli ultimi veri eruditi sono quelli che vivono all’ombra del fuoricorso e barcollano per Bologna instabili e internazionali al punto giusto. Come questi quattro, che poi però (assicuratisi di avere un cervello e un cantante canadese) sono andati a Brooklyn per registrare il loro debutto, Call it blazing. Suona come dice il comunicato stampa: combinano i Velvet Underground con Roy Orbison e le chitarre cristalline di Go-Betweens e Johnny Marr. Degni di dividere una moquette con i Drums, a parlare di Diane Arbus e a sfondarsi di varia educación.
Internazionale, numero 922, 4 novembre 2011
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