30 gennaio 2016 12:53

Il corpo umano può consumare calorie fino a un valore limite. Raggiunta la soglia, il dispendio energetico non aumenta, anche se si incrementa l’attività fisica. Questo modello, che ribalta quello comunemente accettato, è stato proposto in un studio pubblicato sulla rivista Current Biology.

Nel modello predominante, di tipo additivo, per calcolare le calorie bruciate bisogna moltiplicare il dispendio energetico dovuto a una attività, per esempio correre, per il numero di ore in cui si pratica l’attività. Secondo i ricercatori, questo modello non è più valido quando ci si esercita per molte ore. A causa di questa soglia non ha molto senso cercare di dimagrire esclusivamente aumentando al massimo l’attività fisica.

Lo studio ha esaminato i livelli di attività e il consumo di calorie di circa trecento persone in Ghana, Sudafrica, Seychelles, Giamaica e Stati Uniti, con stili di vita diversi. Raramente gli individui avevano un consumo superiore alle 2.600 chilocalorie giornaliere, anche se conducevano una vita molto attiva o era impegnati in un lavoro manuale duro.

Herman Pontzer e colleghi ipotizzano che, oltre un certo livello, il corpo si adatti allo sforzo intenso, usando le energie normalmente destinate ad altre funzioni del corpo. Il dispendio crescerebbe solo quando si passa dalla sedentarietà totale a un livello moderato di attività. Raggiunto il plateau, il consumo si assesta anche se si moltiplicano le ore di esercizio.

Lo studio mette in dubbio l’utilità di allenarsi ore e ore ogni settimana per dimagrire. Non contesta però i benefici dell’esercizio fisico riguardo ad altri aspetti della salute. Inoltre, per le persone sedentarie è confermato che un aumento dell’attività fisica porta a un maggiore consumo energetico.

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