Il cambiamento climatico può stravolgere gli ecosistemi dei paesi mediterranei. Uno studio mostra che se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare senza limiti, alla fine di questo secolo parte di Marocco, Algeria, Tunisia, Portogallo e Spagna potrebbero trasformarsi in deserto. Anche alcune aree di Italia e Grecia, soprattutto Sicilia e Creta, potrebbero diventare parzialmente desertiche. Solo se le emissioni verranno mantenute in un valore tale da limitare l’aumento di temperatura a 1,5 gradi, un obiettivo considerato ambizioso, non ci saranno cambiamenti negli ecosistemi.

Joel Guiot e Wolfgang Cramer hanno realizzato un modello per valutare i possibili effetti di un aumento di temperatura nel bacino del Mediterraneo. Hanno anche valutato la variabilità climatica degli ultimi diecimila anni, basandosi sullo studio dei pollini. Secondo i ricercatori, senza alcun intervento sulle emissioni di gas serra l’aumento di temperatura potrebbe cambiare profondamente la vegetazione. Oltre all’estensione delle aree desertiche, si potrebbe assistere alla scomparsa della vegetazione alpina e delle foreste di conifere in gran parte delle Alpi e dei Balcani. In Turchia orientale potrebbero scomparire le steppe, mentre in gran parte dell’Europa mediterranea si avrebbe un’espansione delle foreste decidue e della macchia mediterranea.

Se si limitassero le emissioni, ottenendo un aumento della temperatura di 1,5 gradi, gli effetti sulla vegetazione non sarebbero superiori a quelli osservati negli ultimi diecimila anni a causa della variabilità del clima. Uno scenario intermedio, con un aumento di temperatura tra due e tre gradi, mostra cambiamenti nella vegetazione non avvenuti in precedenza. L’accordo di Parigi ha posto come obiettivo un contenimento dell’aumento di temperatura a due gradi, con l’obiettivo ideale di 1,5 gradi.

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