Tra i cinque e i sei anni le bambine sembrano assimilare il pregiudizio che i maschi sono più intelligenti delle femmine. L’accettazione di questo stereotipo potrebbe spingere le bambine a scegliere alcune attività e a rifiutare quelle che richiedono doti matematiche, modificando così fin dai primi anni di vita le traiettorie educative e di carriera.

Sono queste le conclusioni alle quali sono arrivati tre ricercatori negli Stati Uniti. Lin Bian, Sarah-Jane Leslie e Andrei Cimpian hanno svolto alcuni test con bambini e bambine tra i cinque e i sette anni. In una fase dello studio i bambini e le bambine dovevano indicare il protagonista di una storia che era davvero intelligente. Era possibile scegliere tra quattro adulti, due uomini e due donne. Le bambine più piccole tendevano a riconoscere come protagonista una donna, seguendo la tendenza che porta a valutare di più il proprio genere. Ma in pochi anni le bambine cambiavano idea e indicavano come protagonista un uomo. In un’altra parte dello studio i ricercatori chiedevano a bambini e bambine se erano interessati a un gioco per persone molto intelligenti oppure a uno per persone che si impegnano davvero. A cinque anni di età non c’era nessuna differenza tra maschi e femmine, mentre verso i sei anni di età le bambine cominciavano a rifiutare il gioco per persone davvero intelligenti.

I bambini coinvolti in questo studio appartenevano alla classe media, bianca, degli Stati Uniti. Secondo gli autori, sarebbe interessante verificare se anche in altri contesti culturali dominano gli stessi stereotipi di genere. Lo studio è stato pubblicato su Science.

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