Al centro dell’inchiesta c’è un giro di partite truccate gestito da esponenti della ’ndrangheta, che riguardava i campionati di calcio di Lega Pro e Serie D
La polizia di Catanzaro ha emesso cinque avvisi di garanzia nei confronti di alcune persone accusate di aver truccato la partita di Lega Pro Savona-Teramo del 2 maggio 2015. La gara, vinta dal Teramo per due a zero, ha permesso alla squadra abruzzese di guadagnare la promozione in serie B.
Tra i nuovi indagati ci sono il collaboratore tecnico del Parma ed ex direttore sportivo della Ternana, Giuliano Pesce, e il presidente del Teramo, Luciano Campitelli. Hanno poi subìto perquisizioni e ricevuto un avviso di garanzia il direttore sportivo del Teramo, Marcello Di Giuseppe, quello del Savona, Marco Barghigiani, e il calciatore del San Paolo Padova Davide Matteini.
Secondo gli investigatori, il Teramo avrebbe incaricato l’ex direttore sportivo dell’Aquila, Ercole Di Nicola, già indagato nell’ambito dell’operazione “Dirty soccer”, di truccare la partita. La polizia ha spiegato che Di Nicola si sarebbe avvalso della collaborazione di altri professionisti del calcio, perché la proposta di combine giungesse a destinazione: Ninni Corda, allenatore del Barletta, anche lui già indagato nell’operazione Dirty Soccer, e Giuliano Pesce, collaboratore tecnico del Parma. Il prezzo della combine era fissato a trentamila euro.
Ci sono almeno altre cinque partite che sarebbero state truccate e su cui gli inquirenti di Catanzaro stanno indagando nell’ambito dell’inchiesta “Dirty soccer” sul calcioscommesse nei campionati di calcio di Lega pro e serie D in Italia.
Le gare sotto esame riguarderebbero almeno tre squadre, scrive il Corriere della Sera, tra le quali ci sarebbe anche la Salernitana di Claudio Lotito, che è anche il presidente della Lazio. La Salernitana è stata promossa direttamente in serie B dopo aver vinto il girone C di Lega pro. Le altre due sarebbero il Benevento e l’Ascoli, che hanno partecipato ai play off ma non sono state promosse.
Alcuni pezzi di carta con quote, nomi di squadre e modalità di giocate sono stati trovati dalla polizia durante le perquisizioni nel corso dei cinquanta arresti decisi dalla procura di Catanzaro. In un foglietto c’era scritto: “Se ci beccano ci arrestano”.
La polizia di Catanzaro ha arrestato cinquanta persone coinvolte in un giro di partite truccate gestito da esponenti della ’ndrangheta, che riguardava i campionati di calcio di Lega Pro e Serie D. Ecco cosa sappiamo finora dell’inchiesta. Leggi
Nell’ambito di un’inchiesta sulle partite di calcio truccate nei campionati di serie D e Lega pro, la polizia di stato sta eseguendo arresti e perquisizioni in Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto, Lombardia.
La procura antimafia di Catanzaro ha scoperto una rete di associati, tra calciatori, allenatori, presidenti e dirigenti sportivi che coinvolgerebbe oltre trenta squadre.
L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, con l’aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose. Sono almeno 50 le persone arrestate, oltre 70 gli indagati, tra cui anche dei cittadini stranieri, un associato della cosca Iannazzo, clan della ‘ndrangheta di Lamezia Terme, e un poliziotto. Askanews
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