L’operazione militare guidata dall’Arabia Saudita ha l’obiettivo di fermare l’avanzata dei ribelli sciiti houthi nel paese. Scontri tra milizie di difesa e ribelli per il controllo dell’aeroporto internazionale di Aden
Un raid aereo ha colpito un deposito di armi e munizioni dell’esercito yemenita, provocando diverse esplosioni in un quartiere abitato della periferia di Sanaa. Fonti ospedaliere hanno riferito di almeno quindici morti e decine di feriti fra i civili.
Il capannone militare bombardato si trovava sul monte Faj Attan, che affaccia sul quartiere governativo di Hadda, sede del palazzo presidenziale e diverse ambasciate.
Testimoni locali hanno parlato della peggiore esplosione dall’avvio dei bombardamenti aerei sulla capitale yemenita da parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita contro i ribelli sciiti houti, che controllano Sanaa oltre a diverse regioni del paese.
Almeno quindici ribelli sciiti houthi sono morti nei bombardamenti della coalizione guidata dall’Arabia Saudita che hanno colpito una base militare nel sud dello Yemen. Nei bombardamenti contro il campo miliare della città di Taiz sono morti anche otto civili, secondo fondi mediche. Nella città di Aden altri quattro civili sono rimasti uccisi per i colpi di arma da fuoco sparati da cecchini houthi posizionati sui tetti nei quartieri di Moualla e Dar Saad.
Secondo il portavoce della coalizione saudita i raid aerei condotti sul paese per fermare l’avanzata dei ribelli sono stati almeno 1.200 dal 26 marzo. Afp, Reuters
La sede del ministero della difesa dello Yemen è stato colpito da un bombardamento aereo a Sanaa, capitale del paese. Sono state avvertite tre esplosioni e una colonna di fumo si è alzata sopra l’edificio.
Il raid fa parte della campagna militare della coalizione guidata dall’Arabia Saudita lanciata il 25 marzo per fermare l’avanzata dei ribelli sciiti houthi. Afp
Ad Aden, nel sud dello Yemen, ci sono stati nuovi scontri tra i combattenti houthi e le truppe fedeli al presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, quando i ribelli hanno tentato di penetrare un’altra volta nel centro della città. Diversi edifici del quartiere centrale di Crater sono stati dati alle fiamme dai razzi lanciati dai ribelli, mentre più a nord le loro postazioni sono state bombardate dagli aerei della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Secondo alcuni testimoni, gli altoparlanti delle moschee di Aden hanno esortato alla guerra santa contro gli houthi.
Durante una visita in Giappone, il ministro della difesa degli Stati Uniti, Ashton Carter, ha detto che gli houthi e Al Qaeda nella penisola araba stanno approfittando del disordine in cui si trova lo Yemen da quando il governo centrale è collassato: “Stiamo osservando che fanno progressi sul campo conquistando nuovo territori”. Le dichiarazioni seguono la decisione di Washington di fornire nuove armi e informazioni di intelligence alla coalizione saudita.
I combattenti di Al Qaeda hanno conquistato il quartier generale dell’esercito a Mukalla, nel sudest dello Yemen. I raid aerei dell’Arabia Saudita hanno rallentato l’avanzata dei ribelli houthi e Al Qaeda ne ha approfittato per rafforzare il suo controllo sulla città portuale. I vertici militari dello Yemen hanno confermato che il comandante responsabile della regione ha ritirato le proprie truppe nei campi militari attorno all’aeroporto, l’unica zona ancora sotto il controllo governativo. La popolazione è in fuga.
I jihadisti hanno attaccato il carcere principale di Mukalla e hanno liberato circa trecento detenuti. Tra loro c’è anche un capo jihadista Khaled Batarfi. Sono stati presi d’assalto dai miliziani anche l’ufficio dell’autorità provinciale, la sede della banca centrale, il commissariato di polizia e la sede dei servizi segreti.
Il governatore della provincia di Hadramaut, in cui si trova Mukalla, ha denunciato in un comunicato “uno scenario destinato a far sprofondare la zona nel caos e a spingere gli abitanti a uccidersi tra di loro”. Reuters
Una guardia della frontiera tra Arabia Saudita e Yemen è stata uccisa e altre dieci sono rimaste ferite durante gli scontri a fuoco nelle montagne della provincia di Asir, nello Yemen. Lo ha dichiarato il ministero dell’interno saudita. Il caporale Salman Ali Yahya al Maliki è la prima vittima saudita da quando il 26 marzo Riyadh ha lanciato sua offensiva contro i ribelli sciiti houthi insieme a una coalizione di paesi della regione. Reuters
Il ministro degli esteri dello Yemen, Ryad Yassine, rifugiato a Riyadh, ha chiesto alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita, che prosegue i bombardamenti contro i ribelli sciiti houthi nel paese, di inviare forze via terra.
“Lo chiedo perché ritengo che a un certo punto i raid aerei risulteranno inefficaci”, ha detto Yassine in un’intervista. L’appello del ministro arriva dopo una settimana dall’inizio dell’intervento militare da parte della coalizione araba.
Yassine ha detto che ci sarebbe certamente “un numero inferiore di vittime civili”, se la coalizione inviasse truppe di terra, e che la ragione principale della proposta è legata alla necessità di portare aiuti umanitari in Yemen. Afp
L’aviazione della coalizione saudita ha bombardato questa mattina le postazioni dei ribelli ad Aden, città portuale nel sud del paese, dopo una notte di raid sulla capitale Sanaa. I bombardamenti su Aden hanno colpito un complesso dell’amministrazione provinciale a Dar Saad, dove si erano rifugiati i ribelli sciiti houthi. Ci sarebbero numerosi morti e i feriti secondo un ufficiale delle forze dell’esercito fedeli al presidente Hadi.
Nei bombardamenti notturni quattro civili sono stati uccisi e dieci sono rimasti feriti nella città di Hodeida. Altri sei civili sono morti in un raid sul porto di Maydi, nella provincia di Hajja, che si trova nel nordest del paese. Afp
Nuovi bombardamenti della coalizione dell’Arabia Saudita sullo Yemen, per colpire obiettivi strategici dei ribelli sciiti houthi. Secondo alcuni testimoni ci sono state diverse esplosioni nelle montagne vicino alla capitale Sanaa. I raid dovrebbero fermare l’avanzata dei ribelli e fare pressione sul gruppo per aprire ai negoziati e raggiungere un accordo di condivisione del potere con il presidente Abd Rabbu Mansur Hadi. Nei bombardamenti di lunedì 30 marzo è stato colpito anche il campo profughi di Al Mazraq, e 45 persone sono rimaste uccise.
Intanto continua l’avanzata dei ribelli nella città di Aden, nel sud del paese, dove gli scontri con le forze fedeli ad Hadi sono continuate nella notte. La conquista della città rappresenterebbe una significativa sconfitta per la coalizione saudita, che ha sempre dichiarato che la protezione del governo di Hadi ad Aden è uno dei suoi principali obiettivi. Reuters
È salito a 45 morti il bilancio delle vittime dei bombardamenti dell’Arabia Saudita nello Yemen che hanno colpito il campo profughi di Al Mazraq.Afp
Gli ultimi bombardamenti della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen hanno colpito l’area del campo profughi di Al Mazraq, nel distretto di Haradh, uccidendo 21 persone. Lo hanno dichiarato gli operatori umanitari impiegati nel campo, dove vivono più di 7mila yemeniti fuggiti dalle proprie case durante la guerra civile scoppiata nel 1994. I raid avevano l’obiettivo di colpire una base militare nelle vicinanze. Reuters
Gli aerei della coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita hanno lanciato una nuova serie di raid durante la notte contro i miliziani sciiti houthi nello Yemen. È la quinta notte consecutiva che i bombardamenti colpiscono le zone a est della capitale Sanaa, e la parte occidentale del paese, controllata dai ribelli.
L’obiettivo della coalizione araba, approvato ieri al termine del vertice della Lega araba che si è svolto a Sharm el Sheikh, in Egitto, è di costringere i ribelli a deporre le armi e a ritirarsi dalle città conquistate. Afp
Almeno 38 persone sono morte nei combattimenti tra le tribù sunnite e i ribelli sciiti nel sud dello Yemen. Gli scontri sono cominciati quando uomini armati appartenenti alle tribù locali hanno attaccato una postazione dei ribelli houthi a Nuqub, vicino alla regione petrolifera di Usaylan, nella provincia di Chabwa.
I nuovi scontri sono avvenuti nel quarto giorno dell’offensiva guidata dall’Arabia Saudita contro gli houthi nello Yemen. In un’intervista alla Nbc, l’ambasciatore saudita negli Stati Uniti, Adel al Jubeir, ha detto che per il momento Riyadh non sta valutando di mandare truppe di terra nello Yemen. Afp, Reuters
Il presidente dello Yemen Abd Rabbu Mansour Hadi ha rimosso il figlio del suo predecessore dall’incarico di ambasciatore negli Emirati Arabi Uniti, inasprendo ulteriormente la lotta per il potere nel paese. Ahmed Ali Saleh e suo padre, l’ex presidente Ali Abdullah Saleh, hanno una grande influenza sulle unità dell’esercito che combattono al fianco dei ribelli houthi, contro cui è stata organizzata un’operazione militare guidata dall’Arabia Saudita.
Nel quarto giorno di offensiva, i vertici militari sauditi hanno reso noto di avere riconquistato alcune basi aeree controllate dai ribelli. Ad Aden, la città principale del sud del paese, continuano gli scontri tra le milizie di difesa e i gruppi di ribelli per il controllo dell’aeroporto internazionale. Nei combattimenti durante la notte sono morte almeno venti persone. Reuters, Afp
Sono stati trovati nove corpi carbonizzati dopo l’esplosione del deposito di armi nella città di Aden, nel sud dello Yemen. Altre vittime potrebbero essere rimaste nell’interno del complesso. Afp
Il re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdelaziz, che sta guidando la coalizione militare contro i ribelli sciiti houthi nello Yemen, ha detto durante il vertice a Sharm el Sheikh, in Egitto, che i bombardamenti dureranno “fino a che non tornerà la sicurezza” nel paese.
Il vertice della Lega araba a Sharm el Sheikh, che durerà due giorni, sarà dominato dal progetto di creare una forza militare per risolvere il conflitto nello Yemen. Afp
Le Nazioni Uniti hanno deciso di far lasciare Sanaa, nello Yemen, al personale in missione nel paese per motivi di sicurezza, dopo che la coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha cominciato a colpire obiettivi dei ribelli sciiti houthi.
Più di cento cento persone hanno raggiunto l’aeroporto per essere trasferite in altri paesi, tra cui la Giordania. Reuters
Aerei della coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno bombardato questa sera alcuni siti militari intorno a Sanaa, capitale dello Yemen, e nel sud del paese. I raid hanno preso di mira le rampe di lancio di missili dell’aeroporto internazionale di Sanaa e altre postazioni militari a est, a ovest e a sud della capitale.
Il complesso del palazzo presidenziale è stato bombardato per la terza volta da quando sono cominciate le operazioni della coalizione araba nel paese. In risposta si sono attivate le difese antiaeree dei ribelli sciiti houthi. Afp
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