Sono stati trovati 139 corpi nelle fosse comuni scoperte in Malesia 

Le fosse comuni si trovano vicino al confine con la Thailandia, in accampamenti dove, secondo le autorità, venivano tenuti prigionieri i migranti rohingya, in attesa di un riscatto

Ritrovati 139 corpi nelle fosse comuni in Malesia

In Malesia le autorità hanno dichiarato che nelle fosse comuni scoperte al confine con la Thailandia sono stati ritrovati 139 corpi. Il viceministro dell’interno Wan Junaidi Tuanku Jaafar ha detto in una conferenza stampa: “In base alle dimensioni delle fosse e ai ritrovamenti fatti abbiamo dedotto che in ogni fossa era sepolto un corpo”.

Il 26 maggio erano cominciate le riesumazioni nelle 139 fosse comuni scoperte nelle vicinanze di 28 campi abbandonati dai trafficanti di esseri umani al confine con la Thailandia. Si ritiene che i corpi siano di migranti rohingya fuggiti dalla Birmania e tenuti prigionieri dai trafficanti in attesa di riscatto. Negli accampamenti sono stati ritrovati i resti di quelli che sembrano recinti spinati e gabbie di legno, dove probabilmente venivano tenuti i migranti.

Le autorità ritengono che gli accampamenti esistano almeno dal 2013, anche se secondo alcune testimonianze risalgono anche a dieci anni fa.

La riesumazione dei resti dei migranti negli accampamenti in Malesia

In Malesia è cominciata la riesumazione dei corpi ritrovati nelle fosse comuni scoperte nelle vicinanze di 28 campi abbandonati dai trafficanti di esseri umani al confine con la Thailandia. Le autorità ritengono che i corpi siano di migranti rohingya fuggiti dalla Birmania e tenuti prigionieri in attesa di riscatto.  Leggi

Comincia la riesumazione dei corpi trovati nelle fosse comuni in Malesia

Le autorità malesi hanno cominciato a riesumare i cadaveri ritrovati in 139 fosse comuni scoperte nelle vicinanze di 28 campi abbandonati dai trafficanti di esseri umani al confine con la Thailandia. Si ritiene che i corpi siano di migranti rohingya fuggiti dalla Birmania e tenuti prigionieri in attesa di riscatto. Negli accampamenti sono stati ritrovati i resti di quelli che sembrano recinti spinati e gabbie di legno, dove probabilmente venivano tenuti i migranti. “Siamo sconvolti dalla crudeltà”, ha detto il capo della polizia malese, Khalid Abu Bakar, parlando di segni di tortura e di cattività sui corpi ritrovati.

Le autorità ritengono che gli accampamenti esistano almeno dal 2013, anche se secondo alcune testimonianze risalgono anche a dieci anni fa. Farebbero parte di una rete messa in piedi dai trafficanti di esseri umani e che si estende in un territorio compreso tra la Birmania e la Thailandia. Sarebbero stati abbandonati circa due o tre settimane fa, quando la Thailandia ha lanciato un giro di vite contro i trafficanti di esseri umani, dopo aver ritrovato altre fosse comuni sul suo territorio all’inizio di maggio. Gli abitanti della zona hanno cominciato a raccontare ai giornalisti di incontri con i migranti che spesso vagavano in cerca di cibo e di aiuto.

Più di 3.600 musulmani rohingya e migranti dal Bangladesh sono arrivati sulle coste di Indonesia, Malesia e Thailandia dal 10 maggio. Dopo l’annuncio del governo malese di condurre operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti in mare, anche la Thailandia ha offerto una “base navale galleggiante” per aiutare i migranti. Una nave della marina dotata di velivoli da sorveglianza offrirà cure mediche e rifornimenti ai migranti alla deriva nel mare delle Andamane. Ma solo le persone con gravi problemi medici saranno portate a riva e potranno essere curate in ospedale, ma saranno saranno accusate di essere entrate illegalmente nel paese.

Scoperte 139 fosse comuni in Malesia

Le autorità malesi hanno scoperto 139 fosse comuni nelle vicinanze di 28 campi abbandonati da trafficanti di esseri umani al confine con la Thailandia. I campi erano usati per tenere prigionieri i migranti rohingya in fuga dalla Birmania, lungo le rotte dell’immigrazione irregolare. Si teme che nelle fosse ci siano i corpi di decine di persone.

Anche le autorità tailandesi hanno scoperto fosse comuni al confine con la Malesia. Secondo le ricostruzioni, proprio il pugno duro delle autorità di Bangkok contro il traffico di esseri umani ha spinto i trafficanti a spostare le loro rotte e a decidere di imbarcare i profughi rohingya su pescherecci lasciati alla deriva.

Più di 3.600 musulmani rohingya sono arrivati via mare in Indonesia, Malesia e Thailandia dal 10 maggio. Migliaia di altri sono a bordo di imbarcazioni alla deriva nel mar delle Andamane e nel golfo del Bengala.

Fosse comuni di migranti rohingya scoperte dalle autorità delle Malesia

Le autorità malesi hanno annunciato di avere scoperto un gran numero di fosse comuni in campi abbandonati da trafficanti di esseri umani al confine con la Thailandia, dove passano i migranti rohingya in fuga dalla Birmania. La scoperta segue una simile fatta dalle autorità tailandesi. I trafficanti terrebbero ostaggio i migranti in questi campi, nella speranza di ottenere un riscatto dalle loro famiglie.

Più di 3.600 musulmani rohingya e migranti dal Bangladesh sono arrivati sulle coste di Indonesia, Malesia e Thailandia dal 10 maggio. Migliaia di altri sarebbero bloccati in mare. Il ministro dell’interno malese Zahid Hamidi ha detto che la polizia sta cercando di individuare “le fosse comuni ritrovate”. “Crediamo siano parte delle attività dei trafficanti di esseri umani” ha aggiunto, riferendo che finora sono stati localizzati 17 campi utilizzati dai trafficanti, non si sa ancora con quanti cadaveri.

Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.
Black Friday Promo