Uccisi nove jihadisti del gruppo accusato di aver organizzato l’attacco al museo di Tunisi

Secondo il ministero dell’interno, i nove uomini armati farebbero parte della brigata Ukba ibn Nafaa, il ramo tunisino di Al Qaeda nel Maghreb islamico

Ucciso il capo del principale gruppo jihadista in Tunisia

Il primo ministro della Tunisia, Habib Essid, ha annunciato che uno dei nove jihadisti della brigata Ukba ibn Nafaa uccisi dalle forze di sicurezza è il leader Khaled Chaib, considerato uno degli organizzatori dell’attentato al museo del Bardo del 18 marzo in cui sono morte 21 persone.

Chaib, conosciuto anche come Lokmane Abou Sakhr, è accusato di avere organizzato la maggior parte degli attacchi condotti contro le forze di sicurezza tunisine dal gruppo Ukba ibn Nafaa, che opera nelle montagne al confine con l’Algeria. Reuters

Uccisi nove combattenti del principale gruppo jihadista tunisino

Nove uomini armati appartenenti al principale gruppo jihadista tunisino, la brigata Ukba ibn Nafaa, accusata di aver organizzato l’attentato al museo del Bardo del 18 marzo, sono stati uccisi dalle forze dell’ordine. Lo ha confermato il ministero dell’interno tunisino. I jihadisti sarebbero stati uccisi nella zona montuosa di Sidi Aïch, nel governatorato di Gafsa, nella zona centro orientale della Tunisia.

Oggi nella capitale si terrà una marcia contro il terrorismo a cui parteciperanno alcuni leader stranieri, tra cui il presidente francese François Hollande e il primo ministro italiano Matteo Renzi. Afp

Arrestate 23 persone sospettate di complicità nell’attentato di Tunisi

Il ministro dell’interno della Tunisia, Najem Gharsalli, ha annunciato che sono state arrestate ventitré persone sospettate di complicità con i responsabili dell’attacco al museo del Bardo di Tunisi del 18 marzo, in cui sono morte 21 persone. Secondo Gharsalli, i ventitré arrestati, tutti tunisini, tra cui una donna, facevano parte di una cellula terroristica. Altre quattro persone sarebbero invece riuscite a fuggire.

Il ministro ha indicato che l’operazione terroristica è stata diretta da Lokmane Abou Sakhr, un capo jihadista di nazionalità algerina considerato uno dei leader di
Ukba ibn Nafaa, il gruppo jihadista affiliato ad Al Qaeda contro cui l’esercito tunisino ha lanciato un’offensiva due anni fa nelle montagne al confine con l’Algeria. Afp

Rinviata per motivi di sicurezza la riapertura del museo a Tunisi

La riapertura al pubblico del museo del Bardo di Tunisi, dove il 18 marzo sono state uccise 21 persone, prevista per oggi, è stata rinviata sine die per motivi di sicurezza. Lo ha annunciato l’ufficio stampa del museo. “Siamo stati sorpresi all’ultimo momento”, ha dichiarato la direttrice della comunicazione Hanene Srarfi, “ma per motivi di sicurezza secondo il ministero dell’interno non possiamo ricevere un gran numero di visitatori”. È stata invece confermata la celebrazione di una “cerimonia ufficiale” nel museo, che si terrà questo pomeriggio. Afp

Licenziati sei responsabili della sicurezza di Tunisi

Il primo ministro tunisino Habib Essid ha licenziato sei responsabili della polizia di Tunisi in seguito all’attacco al museo del Bardo nel quale sono state uccise 21 persone, tra cui 20 turisti stranieri. La decisione è stata presa alla vigilia della riapertura del museo e dell’inizio del Forum sociale mondiale, che durerà fino al 28 marzo. Secondo il primo ministro, sono state riscontrate delle “lacune” nella protezione del quartiere in cui si trova il museo. Sono già stati nominati i loro sostituti. Tra le persone licenziate, ci sono il capo della sicurezza dei turisti, il direttore della sicurezza del museo e il capo di una squadra dei servizi segreti.

Secondo i mezzi d’informazione locali, un agente di polizia è stato arrestato per avere abbandonato la sua posizione durante l’attacco. Essid aveva già ammesso che l’attentato aveva svelato delle “gravi carenze della sicurezza”. Afp

Il museo del Bardo pronto per la riapertura

Il direttore del museo del Bardo, Moncef Ben Moussa, ha annunciato che le sale riapriranno il 24 marzo, dopo l’attentato del 18 marzo in cui sono morte 21 persone, tra cui 20 turisti stranieri e una guardia di sicurezza tunisina.

Ben Moussa ha spiegato che il museo è diventato “un luogo della memoria. E per questo le tracce dell’attentato rimarranno a testimoniare un incidente che ha colpito un simbolo della cultura tunisina. Puliremo solo il sangue ed eseguiremo restauri minimi”.

Intanto il ministero dell’interno tunisino ha confermato che continuano le ricerche di un terzo terrorista, Maher Kaidi, che ha partecipato all’attacco al museo. Sono stati anche rimossi dall’incarico quattro responsabili della sicurezza, tra cui il capo del posto di polizia del Bardo, il capo della sicurezza a Tunisi e il responsabile del distretto della capitale. Radio Mosaïque

Il terzo terrorista che ha attaccato il museo del Bardo è in fuga

I terroristi che hanno attaccato il museo del Bardo a Tunisi erano tre e uno di loro è in fuga. Lo ha dichiarato il presidente tunisino, Béji Caïd Essebsi, in un’intervista a una televisione locale.

“C’erano sicuramente tre aggressori. Uno è in fuga, ma non andrà lontano”, ha dichiarato il presidente.

Nelle scorse ore è stato diffuso un video che mostra i due terroristi armati nel museo. I due aggressori, che secondo il governo sono stati addestrati in Libia, sono stati uccisi durante il blitz della polizia. Le autorità tunisine hanno arrestato più di venti presunti attivisti legati all’attentato, che è stato rivendicato dal gruppo Stato islamico.

Il terzo presunto terrorista che ha attaccato il museo del Bardo a Tunisi “è in fuga”. Lo ha dichiarato il presidente tunisino, Béji Caïd Essebsi, in un’intervista televisiva. Bbc

Il terzo terrorista che ha attaccato il museo del Bardo a Tunisi “è in fuga”. Lo ha dichiarato il presidente tunisino, Béji Caïd Essebsi, in un’intervista televisiva. Bbc

Arrestate venti persone dopo l’attacco al museo del Bardo a Tunisi

Le autorità tunisine hanno arrestato più di venti presunti attivisti in seguito all’attacco al museo del bardo a Tunisi, che ha causato la morte di 20 turisti e tre cittadini tunisini. Tra le persone fermate, dieci sarebbero direttamente legate all’attentato, ha dichiarato il ministro dell’interno tunisino, Mohamed Ali Aroui.

Il governo ha aggiunto che i due aggressori del museo, che sono stati uccisi dalla polizia, erano stati addestrati alla jihad in Libia. L’esecutivo ha aggiunto che schiererà l’esercito nelle città principali della Tunisia per aumentare la sicurezza. Reuters

Arrivate in Italia le salme degli italiani uccisi nell’attentato a Tunisi

È atterrato all’aeroporto militare di Ciampino l’aereo con le salme di Orazio Conte, Giuseppina Biella, Francesco Caldara e Antonella Sesino, gli italiani rimasti uccisi nell’attentato contro il museo del bardo a Tunisi. A bordo dell’aereo hanno viaggiato anche alcuni familiari delle vittime. Ad accoglierli era presente anche il premier Matteo Renzi.

Il presidente Essebsi invita i tunisini a restare uniti di fronte al terrorismo

Il presidente della Tunisia Béji Caïd Essebsi ha invitato i suoi connazionali a restare uniti per combattere il terrorismo. In occasione del 59˚ anniversario dell’indipendenza della Tunisia dalla Francia, Essebsi ha tenuto un discorso alla nazione in tv, due giorni dopo l’attentato condotto dal gruppo Stato islamico al museo del Bardo. Il bilancio delle vittime è salito a 24 morti, 21 dei quali stranieri. Essebsi ha esortato i tunisini a unirsi “per combattere il terrorismo, come fecero i nostri padri di fronte ai colonizzatori”. Bbc

Sono rientrati in Italia i turisti sopravvissuti all’attentato in Tunisia

Sono atterrati a Genova i 130 italiani che erano in crociera sulla nave Costa fascinosa e sono stati testimoni dell’attentato al museo del Bardo di Tunisi, in cui hanno perso la vita quattro connazionali. Il volo per rientrare è stato messo a disposizione dalla Costa crociere, che prima aveva deviato la rotta su Barcellona. Una trentina di loro, dipendenti del comune di Torino, ha proseguito verso il capoluogo piemontese a bordo di autobus. Ad attenderli c’era il sindaco Piero Fassino. Altri 18 turisti siciliani sono rientrati a Palermo dalla Tunisia.

A Tunisi sono rimasti i feriti, i loro familiari e il personale della Farnesina. Corriere della Sera

Torino ricorda le vittime dell’attentato a Tunisi

Il sindaco di Torino Piero Fassino ha chiamato i suoi concittadini a raccogliersi in piazza Palazzo di Città per esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime dell’attacco al museo del Bardo di Tunisi e per ribadire l’impegno contro il terrorismo. In qualità di presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Fassino ha esortato tutte le città italiane a mobilitarsi. Torino ha indetto due giorni di lutto cittadino. Una delle quattro vittime italiane era originaria della città piemontese e al momento dell’attacco si trovava sul posto un gruppo di dipendenti del comune. La Repubblica

Sale a quattro il numero degli italiani morti in Tunisia

La Farnesina ha confermato che i due cittadini italiani che risultavano dispersi dopo l’attacco al museo del Bardo a Tunisi sono morti. Lo hanno accertato alcuni funzionari dell’ambasciata italiana a Tunisi.

Sul sito del ministero degli esteri è stato pubblicato questo comunicato stampa:

Il gruppo Stato islamico rivendica l’attentato a Tunisi

Il gruppo Stato islamico ha rivendicato con un messaggio audio l’attentato di ieri nel museo del Bardo di Tunisi, in cui sono morte 23 persone. Il gruppo jihadista attivo in Siria, Iraq e Libia, ha minacciato la Tunisia di nuovi attacchi, affermando che è “solo l’inizio”. La voce che legge il messaggio dichiara che l’operazione è stata compiuta contro “uno dei centri degli infedeli nella Tunisia musulmana” e identifica i due attentatori come “due cavalieri del califfato”, i fratelli Abu Zakaria Al Tunisi e Abu Anas al Tunisi.

In precedenza il premier tunisino Habib Essid aveva identificato i due uomini come Yassine Abidi e Hatem Khachnaoui. Secondo la registrazione del gruppo jihadista, il vero obiettivo dell’attacco sarebbe stato quindi sin dal principio il museo e non il vicino parlamento, in cui si stava discutendo una legge contro il terrorismo. Afp, France 24

Il jihadismo in Tunisia è una minaccia di lunga data

Il terrorismo non è una novità per le autorità tunisine, che devono farci i conti da ben prima dello scoppio della rivoluzione del 2011. L’attentato al museo del Bardo, rivendicato dallo Stato islamico, ha richiamato subito alla mente quello del 2002 contro la sinagoga della Ghriba, a Djerba, dove l’esplosione di un furgone imbottito di esplosivo uccise 21 turisti. Leggi

Il gruppo Stato islamico ha rivendicato l’attentato al museo del Bardo a Tunisi. Afp

Il gruppo Stato islamico ha rivendicato l’attentato al museo del Bardo a Tunisi in un messaggio audio pubblicato su internet. Afp

Nove persone arrestate per l’attacco al museo del Bardo

Nove persone sono state arrestate perché sospettate di essere in contatto con i due attentatori responsabili dell’attacco al museo del Bardo di Tunisi, durante il quale sono morte 23 persone.

Il premier tunisino Habib Essid ha detto che le forze di sicurezza hanno arrestato quattro persone che hanno avuto un coinvolgimento diretto nell’attacco e altre cinque che avevano un legame con la cellula terroristica. Afp

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