Le dichiarazioni del leader dei sicari del gruppo di narcotrafficanti Guerreros Unidos confermerebbero le confessioni di altri criminali già arrestati
Nello stato di Guerrero, in Messico, il 1 maggio è stato ucciso Ulises Fabián Quiroz, candidato sindaco del Pri a Chilapa. Quiroz stava tornando in macchina da un paese rurale, Atzacoaloya, insieme al suo staff. Il candidato sindaco è stato fatto scendere dall’auto ed è stato fucilato da alcuni sicari. A Guerrero, come in altri otto stati del paese, si dovrebbero tenere le elezioni locali a giugno, ma a causa dell’instabilità politica dovuta alla penetrazione della criminalità organizzata le elezioni potrebbero essere annullate. Malgrado il grande schieramento delle forze di sicurezza, Guerrero è lo stato più violento del paese con 1.514 omicidi registrati nel 2014.
A settembre del 2014, 43 studenti sono scomparsi a Iguala, protestavano contro la corruzione nel paese e i legami tra politici locali e criminalità organizzata. Secondo la versione delle autorità messicane, sarebbero stati rapiti e uccisi da un gruppo di narcotrafficanti. A marzo del 2015, sempre a Guerrero, è stata rapita e decapitata una politica messicana, Aidé Nava González. La donna era candidata come sindaco di Ahuacuotzingo.
Sono passati poco più di sette mesi da quella terribile notte a Iguala, nella quale sei studenti sono stati assassinati, cinque sono stati feriti e altri 43 sono scomparsi. Tutti appartenevano alla scuola rurale di Ayotzinapa, nello stato di Guerrero. Ora un corteo dei loro familiari è in Italia per chiedere la verità. Leggi
A sette mesi dalla scomparsa di 43 studenti nello stato Guerrero, in Messico, i familiari dei ragazzi sono in viaggio in Europa e in Italia per chiedere l’aiuto e il sostegno della comunità internazionale.
I genitori dei ragazzi, infatti, non credono alla versione ufficiale delle autorità messicane che sostengono che i ragazzi sono stati uccisi da criminali affiliati al gruppo Guerreros Unidos e chiedono alle autorità messicane di assumersi le loro responsabilità. I ragazzi scomparsi erano studenti di una scuola rurale, quella di Ayotzinapa, ed erano andati a Iguala per raccogliere dei fondi in vista di una manifestazione.
Eleucadio Ortega, uno dei genitori delle vittime della strage degli studenti di Ayotzinapa, Omar García, sopravvissuto all’attacco del 26 settembre scorso e portavoce del Comitato studentesco della scuola rurale normale di Ayotzinapa, e Román Hernández, del Centro per i diritti umani della montagna Tlachinollan, sono partiti il 15 aprile da Città del Messico per raggiungere Oslo, prima tappa di un viaggio per denunciare la disfatta dei diritti umani in Messico. Il 28 aprile sono arrivati a Milano e il 29 aprile saranno a Roma.
L’hashtag usato su Twitter dalla carovana è #EuroCaravana43
Circa 1.500 persone hanno partecipato a una protesta in occasione del settimo mese dalla scomparsa dei 43 studenti nello stato di Guerrero, nel sudovest del Messico. Leggi
Sono passati sei mesi da quando, il 26 settembre 2014, sono scomparsi 43 studenti messicani nella città di Iguala, nello stato di Guerrero. Da allora sono state organizzate molte manifestazioni nel paese per chiedere giustizia e rintracciare i responsabili. Il video della Reuters. Leggi
Il governo del Messico comparirà il 2 e il 3 febbraio di fronte a un comitato delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate, con sede a Ginevra, per rispondere della sparizione e del possibile massacro di 43 studenti avvenuto nel mese di settembre 2014 nel sud del paese. I genitori degli studenti hanno annunciato che invieranno una loro delegazione per assistere all’udienza.
È la prima volta che il Messico si trova a rispondere sul tema sulle sparizioni davanti alle Nazioni Unite da quando ha firmato la convenzione contro le sparizioni forzate entrata in vigore nel 2010.
Secondo le autorità giudiziarie messicane i 43 studenti scomparsi a settembre sono stati uccisi da un gruppo di narcotrafficanti, anche se i test del dna effettuati su dei corpi trovati non hanno identificato nessuno degli studenti scomparsi. Afp
I 43 studenti scomparsi dalla città di Iguala, in Messico, il 26 settembre scorso, sarebbero stati uccisi per ordine di un cartello della droga che ha scambiato i ragazzi per una banda rivale, secondo quanto ha dichiarato il governo messicano.
Ieri è arrivata la magistratura messicana ha detto di avere “la certezza giuridica” della morte dei ragazzi, mentre continuano le manifestazioni per chiedere un’indagine approfondita sulla vicenda. Reuters
Il procuratore generale della repubblica messicana, Jesús Murillo Karam, ha annunciato di avere la certezza giuridica che i 43 studenti scomparsi il 26 settembre scorso a Iguala sono stati “privati della libertà, uccisi, i loro corpi bruciati e le ceneri disperse nel fiume”.
Karam, e Tomás Zerón, titolare dell’Agenzia per le indagini criminali, hanno detto che la conferma arriva dalla confessione del leader dei sicari dell’organizzazione criminale Guerreros Unidos, attiva nella zona dove sono scomparsi i ragazzi, arrestato il 15 gennaio. La dichiarazione di Felipe Rodríguez Salgado, conosciuto come “el Terco” o “el Cepillo”, confermerebbe quelle rilasciate da altri esponenti dell’organizzazione arrestati negli ultimi mesi.
Il procuratore ha detto anche che sono state compiute 487 perizie che “confermano scientificamente” questa versione dei fatti. Milenio
Migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione a Città del Messico per chiedere un’indagine approfondita sui 43 studenti scomparsi a Iguala il 26 settembre scorso. I cortei,aperti dalle famiglie dei ragazzi, sono partiti dai diversi sobborghi della città e si sono diretti nella piazza principale, lo Zócalo.
Secondo la versione ufficiale, i 43 studenti sono stati uccisi da narcotrafficanti locali, a cui erano stati consegnati dalla polizia su ordine del sindaco della città. Ma i manifestanti chiedono di accertare le responsabilità, anche quelle delle autorità federali, e di fare piena luce su quello che è successo. Bbc
I medici legali austriaci non sono riusciti a stabilire se i campioni di dna prelevati dai resti umani carbonizzati trovati in Messico appartengano ai 43 studenti scomparsi dalla città di Iguala il 26 settembre scorso.
Il laboratorio dell’università di Innsbruck si è offerto di portare avanti ulteriori analisi sui campioni, che potrebbero durare tre mesi. Le autorità messicane ritengono che i ragazzi siano stati uccisi e bruciati dai narcotrafficanti locali, ma finora solo i resti di uno studente sono stati identificati. Bbc
L’ex sindaco della città messicana di Iguala è stato accusato del rapimento dei 43 studenti scomparsi dalla città dello stato di Guerrero il 26 settembre del 2014. Tomás Zerón, capo delle indagini nell’ufficio del procuratore generale federale, ha detto che l’accusa ha ottenuto un mandato d’arresto nei confronti dell’ex sindaco José Luis Abarca e di altre 44 persone.
Zerón non ha specificato quando è stato ottenuto il mandato d’arresto. In precedenza José Luis Abarca era stato accusato, insieme alla moglie, di avere legami con la criminalità organizzata locale. Reuters
Ci sono stati violenti scontri ieri tra manifestanti e forze dell’ordine nello stato di Guerrero, in Messico, dove il 26 settembre sono scomparsi 43 studenti. I ragazzi sarebbero stati sequestrati da alcuni poliziotti corrotti legati al narcotraffico. I contestatori, tra i quali c’erano molti studenti, si sono scontrati con la polizia nelle città di Iguala e Acapulco.
A Iguala i manifestanti hanno preso d’assalto una caserma, lanciando pietre e bottiglie, e hanno bloccato un ponte mettendo di traverso un camion. Gli agenti hanno risposto con il lancio di lacrimogeni. I manifestanti sostengono che i militari siano coinvolti nella scomparsa dei 43 studenti.
Il governo federale ha deciso che il sindaco di Iguala, José Luis Abarca, sarà processato insieme a sua moglie, María de los Ángeles Pineda, con l’accusa di avere legami con il crimine organizzato. Reuters Leggi
La moglie dell’ex sindaco di Iguala, la città dello stato messicano di Guerrero dove il 26 settembre sono scomparsi 43 studenti, sarà processata con l’accusa di avere legami con il crimine organizzato.
Secondo il governo federale, María de los Ángeles Pineda e suo marito José Luis Abarca hanno consegnato gli studenti a un gruppo di narcotrafficanti locale, i Guerreros Unidos. Una nota del tribunale ha confermato che María de los Ángeles Pineda è accusata di aver agito come intermediaria per i criminali e di averli protetti, ma non fa riferimento al suo coinvolgimento nella scomparsa degli studenti.
Intanto la polizia di Iguala si è scontrata con studenti e attivisti che hanno cercato di entrare nella base militare locale. Quattro persone sono state ferite. Reuters
È stata arrestata formalmente María de los Ángeles Pineda, la moglie del sindaco di Iguala, José Luis Abarca, per il coinvolgimento nel caso dei 43 studenti scomparsi a Iguala in Messico il 26 settembre.
La decisione della detenzione del sindaco e della moglie era avvenuta il 4 novembre, ma solo ora María de los Ángeles Pineda è stata portata in un carcere di alta sicurezza nella parte occidentale del paese. Reuters
Un gruppo di attivisti ha decorato un albero di Natale con le fotografie dei 43 studenti scomparsi nello stato di Guerrero il 26 settembre. L’albero è stato addobbato nell’emiciclo realizzato in onore dell’ex presidente Benito Juárez. Le famiglie degli studenti hanno promesso di mantenere la pressione sulle autorità messicane per ottenere verità e giustizia per i loro cari. Reuters
I resti di uno dei 43 studenti scomparsi a fine settembre in Messico sono stati identificati con un test del dna in un laboratorio austriaco. Lo ha annunciato una fonte ufficiale messicana. Afp
Il presidente messicano Enrique Peña Nieto ha visitato lo stato di Guerrero per la prima volta dalla scomparsa dei 43 studenti. Il presidente però non è andato a Iguala, la città dove i 43 ragazzi sono stati sequestrati dagli agenti legati al narcotraffico il 26 settembre. Al suo posto ha mandato il ministro dell’interno e il capo della sicurezza nazionale.
Ad Acapulco, la capitale dello stato, Peña Nieto ha annunciato un piano di ripresa economica della città, per combattere la violenza della criminalità organizzata. Bbc
Una manifestazione convocata a Città del Messico il giorno del secondo anniversario al potere del presidente Enrique Peña Nieto è finita con gli scontri tra un gruppo di giovani e la polizia.
I manifestanti chiedevano le dimissioni di Peña Nieto per la cattiva gestione della vicenda dei 43 studenti scomparsi il 26 settembre a Iguala, la fine dell’infiltrazione del crimine organizzato nelle istituzioni e l’identificazione dei colpevoli.
Alla fine del corteo, alcuni giovani dal volto coperto hanno assaltato negozi e banche nella strada principale della città al grido di “Fuori Peña” e poi si sono diretti verso il senato e hanno lanciato oggetti contro l’edificio. Negli scontri con gli agenti in tenuta antisommossa ci sono stati diversi feriti, mentre tre persone sono state fermate. Reuters
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati