Una cerimonia in memoria di James Foley a Irbil, in Iraq, il 24 agosto 2014. (Marko Drobnjakovic, Ap/Lapresse)

Poiché i suoi carcerieri gli sequestravano tutte le lettere che provava a scrivere, a giugno James Foley aveva trovato un mezzo per comunicare: aveva chiesto a un altro ostaggio, prigioniero insieme a lui, di imparare a memoria un testo da trasmettere alla famiglia. L’ex ostaggio, appena libero, aveva chiamato Diane Foley e le aveva dettato questa lettera che è stata pubblicata su Facebook:

“Cari familiari e amici,

ricordo quando andavo al centro commerciale con papà, un lungo giro in bicicletta con mamma. Ricordo dei momenti bellissimi con la famiglia che mi portano lontano da questa prigione. Sognare i parenti e gli amici mi porta lontano e mi riempie il cuore di felicità. So che mi pensate e che pregate per me. E ne sono grato. Vi sento vicini soprattutto quando prego. Prego che voi siate forti e abbiate fiducia. Quando prego mi sembra davvero di toccarvi, anche nell’oscurità. Siamo in diciotto in una cella, e questo mi aiuta. Abbiamo fatto delle conversazioni interminabili su film, banalità, sport. Abbiamo giocato a scacchi, dama, Risiko usando dei rottami trovati nella cella: abbiamo fatto dei tornei e passato delle giornate organizzando strategie per le partite o le lezioni successive. Questo ci ha aiutato a fare passare il tempo. È stato un grande aiuto. Ripetiamo una storia e poi ridiamo, per allentare la tensione.

Ho avuto giorni buoni e giorni meno buoni. Siamo sempre grati quando qualcuno viene liberato, ma ovviamente ognuno sogna la propria liberazione. Cerchiamo di incoraggiarci e farci forza a vicenda. Ora il cibo è migliore. Ci danno del tè, ogni tanto del caffè. Ho recuperato molti dei chili persi l’anno scorso. Penso molto ai miei fratelli e alle mie sorelle. Mi ricordo quando con Michael giocavamo al lupo mannaro e tante altre avventure, o quando rincorrevo Mattie e T intorno al bancone della cucina. Mi rende felice pensare a loro. Se nel mio conto in banca ci sono ancora dei soldi, vorrei che andassero a Michael e Matthew.

Sono fiero di te, Michael e sono grato a te per tutti i ricordi d’infanzia, e a te e Kristie per quelli della vita adulta. Grande John, quanto mi è piaciuta la visita a te e Cress in Germania. Grazie per avermi accolto. Penso spesso a RoRo e provo a immaginarmi Jack. Spero che abbia il carattere di RoRo! Mark, fratello, sono così fiero anche di te. Ti penso sulla West coast e spero che tu stia facendo snowboarding e campeggio. Mi ricordo quando la sera a Boston andavamo insieme a vedere uno spettacolo comico, e i nostri abbracci. Questi momenti speciali sono la mia speranza. Katie, sono fiero di te. Sei la più forte e la migliore di tutti noi!! Ti immagino lavorare sodo, aiutando le persone nel tuo lavoro di infermiera. Sono felice che siamo riusciti a scambiarci un messaggio prima della mia cattura. Prego di riuscire a venire al tuo matrimonio… Ora sembro proprio la nonna!!

Nonna, per favore prendi le medicine, cammina e continua a ballare. Ti voglio portare fuori quando torno a casa. Devi essere forte perché avrò bisogno del tuo aiuto per riprendere la mia vita.

Jim”.

Stefania Mascetti lavora a Internazionale. Su Twitter: @smasc

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