I servizi segreti statunitensi e britannici hanno intercettato i telefoni di centinaia di migliaia di passeggeri sui voli della Air France e di altre compagnie aeree. Lo rivela una nuova inchiesta pubblicata da Le Monde in collaborazione con il sito The Intercept e basata sui documenti forniti dall’informatore Edward Snowden. Leggi
La corte di giustizia dell’Unione europea ha dichiarato non valido il Safe harbor, il trattato commerciale che permette alle aziende tecnologiche statunitensi di conservare i dati degli utenti europei negli Stati Uniti. Secondo i giudici il trattato violerebbe la privacy dei cittadini dell’Unione. Leggi
L’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha spiato i presidenti francesi Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e François Hollande. La notizia ha creato imbarazzo diplomatico tra due i paesi e ha riaperto il dibattito sul datagate, che va avanti dal 2013. Ma cos’è il datagate e com’è nato? Leggi
La Nuova Zelanda conduce delle attività di spionaggio di massa su internet nei confronti dei paesi vicini nel Pacifico e condivide le informazioni raccolte con l’agenzia statunitense Nsa. Lo rivelano dei nuovi documenti riservati forniti da Edward Snowden e pubblicati dal sito The Intercept e dal quotidiano The New Zealand Herald.
L’agenzia Government communications security bureau, l’equivalente neozelandese dell’Nsa, ha spiato paesi come Tuvalu, le Samoa, Vanuatu, le isole Salomone, Tonga e i territori francesi d’oltremare Nuova Caledonia e Polinesia francese. I dati raccolti sono stati condivisi con i paesi della rete d’intelligence chiamata “Five eyes” (Stati Uniti, Australia, Regno Unito e Canada).
Le intercettazioni avvengono nella base di Waihopai, nell’Isola del sud, in Nuova Zelanda. Si tratta di raccolta di dati full take, che mette insieme sia i contenuti delle conversazioni sia i metadati (informazioni che rimandano ad altri dati, possono indicare chi è il mittente o il destinatario di un messaggio, oppure l’indirizzo ip, l’orario e il luogo dal quale è stato mandato).
I dati, che comprendono email, chat e dati di navigazione, sono stati raccolti senza bisogno di chiedere autorizzazioni alla magistratura e vengono analizzati grazie al controverso software XKeyscore della Nsa, di cui Snowden aveva parlato già nel 2013.
Il premier neozalendese, John Key, ha detto che l’inchiesta di The Intercept e New Zealand Herald contiene errori e supposizione false, ma non ha spiegato quali. The Intercept, The New Zealand Herald
Un tribunale del Regno Unito ha stabilito che dal 2007 fino al dicembre del 2014 i servizi segreti britannici Gchq (Government communications headquarter) hanno usato illegalmente le informazioni raccolte attraverso il programma di sorveglianza globale attuato dagli Stati Uniti, anche controllando il traffico internet.
Secondo l’Investigatory powers tribunal, l’accesso del Gchq alle intercettazioni raccolte dall’agenzia per la sicurezza statunitense Nsa rappresenta una violazione dei diritti umani. Il verdetto ha fatto riferimento alla mancanza di trasparenza. È la prima volta che il tribunale, nei suoi quindici anni di storia, si esprime contro l’agenzia di intelligence. Bbc, Guardian
L’agenzia britannica per la sicurezza Gchq nel 2008 ha intercettato numerose email inviate e ricevute da giornalisti statunitensi e britannici. Lo rivelano nuovi documenti diffusi da Edward Snowden, l’ex collaboratore della Cia che nel 2013 ha diffuso i documenti sulle attività di sorveglianza informatica da parte dell’agenzia per la sicurezza statunitense Nsa, facendo scoppiare il caso Datagate.
Tra i documenti controllati dalla Gchq ci sono messaggi di posta elettronica condivisi dai reporter di Bbc, Reuters, The Guardian, New York Times, Le Monde, Washington Post e altri mezzi d’informazione.
Le email archiviate fanno parte dei 70.000 documenti intercettati dall’agenzia nel corso di un solo giorno nel novembre 2008. I messaggi sono stati archiviati e condivisi liberamente nell’intranet dei dipendenti della Gchq. Non si sa se i giornalisti siano stati sorvegliati intenzionalmente o per caso.
I nuovi documenti di Edward Snowden provano anche che l’agenzia considerava i giornalisti investigativi come una minaccia simile agli hacker e ai terroristi. The Guardian
I servizi di sicurezza britannici hanno intercettato regolarmente le conversazioni riservate tra avvocati e clienti in diversi casi rilevanti per la sicurezza nazionale.
Lo rivelano alcuni documenti di tre agenzie governative del Regno Unito (Mi5, Mi6 e Gchq), dei quali è entrato in possesso il Guardian.
Secondo alcuni attivisti per la difesa della privacy, il governo ha usato le informazioni ottenute per difendersi nei casi giudiziari in cui sono state coinvolte le sue agenzie. The Guardian
L’ex collaboratore dell’Nsa Edward Snowden non ha agito da solo, quando ha consegnato documenti riservati al giornalista Glenn Greenwald. Leggi
L’intervento dell’autore dello scoop sul Datagate al South By Southwest di Austin. Leggi
Cos’ha detto l’informatore del Datagate al South By Southwest di Austin. Leggi
Il 10 marzo alle 11 (le 17 in Italia) Edward Snowden interviene al South By Southwest di Austin. Leggi
L’agenzia governativa statunitense Nsa è in grado di sorvegliare anche i computer che non sono connessi a internet, grazie a un software che ha installato in più di 100mila computer in tutto il mondo. Leggi
Edward Snowden va difeso non solo perché le sue denunce hanno messo in imbarazzo il governo statunitense, ma anche perché ha rivelato che molti paesi si comportano come Washington. Leggi
La National security agency (Nsa) ha dato milioni di dollari alle grandi società tecnologiche statunitensi come Google, Yahoo e Facebook, coinvolte nel programma di sorveglianza Prism, per pagare le loro spese legali e amministrative conseguenza della loro partecipazione al programma, lo rivela una nuova inchiesta del Guardian. Leggi
L’agenzia statunitense Nsa ha violato più volte le leggi sulla privacy negli ultimi due anni. Lo sostengono i nuovi documenti forniti da Edward Snowden e pubblicati dal Washington Post. Leggi
Arrivando da sud verso Camp Williams Road, appena fuori da Salt Lake City, c’è l’entrata di una gigantesca base militare. A destra non si vede molto: una macchia informe, una recinzione metallica, alcuni magazzini. Una piccola uscita, non segnata sulle mappe, porta verso una strada tortuosa. Un cartello giallo dice che è “proprietà militare chiusa al personale non autorizzato”. Leggi
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