Il presidente statunitense Joe Biden alla Casa Bianca a Washington, il 2 maggio 2024. (Drew Angerer, Afp)

Dopo due settimane di silenzio, il 2 maggio il presidente statunitense Joe Biden ha chiesto il ritorno all’ordine nei campus universitari, scossi da un movimento di protesta contro l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.

A sei mesi dalle elezioni, il presidente ha tenuto un discorso sulla questione, che potrebbe complicare la sua campagna elettorale, sostenendo che “l’ordine deve prevalere”.

Questa dichiarazione arriva dopo che negli ultimi giorni la polizia ha smantellato gli accampamenti degli studenti in vari campus universitari, l’ultimo dei quali all’università della California a Los Angeles (Ucla).

“Ma non siamo un paese autoritario che mette a tacere le persone”, ha assicurato Biden nel suo discorso.

In precedenza il suo avversario repubblicano Donald Trump l’aveva accusato d’inazione di fronte al movimento filopalestinese nei campus. “Bisogna fermare subito questi pazzi della sinistra radicale”, aveva dichiarato arrivando in tribunale per il suo processo a New York.

Dal 17 aprile un’ondata di proteste contro il sostegno degli Stati Uniti all’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza si è diffusa in decine di campus universitari dalla costa atlantica alla California, ricordando eventi simili accaduti negli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam.

Gli studenti e gli attivisti denunciano in particolare i rapporti di molte università con finanziatori e aziende legate a Israele.

Secondo alcuni mezzi d’informazione statunitensi, dal 17 aprile la polizia ha arrestato quasi duemila persone nei campus.

Il 2 maggio la polizia ha smantellato l’accampamento alla Ucla, arrestando tutti i manifestanti presenti.

“Circa trecento manifestanti hanno accettato di allontanarsi volontariamente, mentre altri duecento hanno respinto gli avvertimenti e sono stati arrestati”, ha affermato Gene Block, il presidente dell’università californiana.

Lo stesso giorno circa trecento persone sono state arrestate nei campus della Columbia university e del City college (Ccny) a New York.

Nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio la polizia aveva smantellato l’accampamento della Columbia university, al centro del movimento di protesta.

A differenza di altri istituti, la Brown university del Rhode Island ha annunciato un accordo con i manifestanti, che prevede lo smantellamento dell’accampamento in cambio di una votazione dell’università a ottobre sui legami con aziende che sostengono l’offensiva a Gaza.