Nel 2008 Marie, che all’epoca aveva diciotto anni, racconta a Peggy, la madre a cui è stata data in affido, che durante la notte qualcuno è entrato in casa, l’ha legata con un laccio di scarpe puntandole un coltello alla gola e l’ha violentata. Peggy la sostiene, ma c’è qualcosa nel suo racconto che non la convince.
L’accompagna dalla polizia, ma anche gli investigatori sono convinti che Marie non dica tutta la verità, anzi gli sembra quasi che si sia inventata quella storia per attirare l’attenzione. Peggy chiama Shannon, una donna a cui Marie era stata data in affido due anni prima, e tutte e due concordano sul fatto che ci sia qualcosa di ambiguo nel suo racconto. Anche gli amici di Marie non le credono. Trovano che molti indizi potrebbero far pensare che Marie si sia inventata tutto, atteggiamenti che la ragazza non avrebbe se fosse stata davvero violentata. Ci vorranno più di cinque anni per capire cosa sia successo quella notte.
Che cosa ascoltare. Anatomy of a doubt è un episodio di This american life, il programma di storytelling radiofonico più famoso del mondo. Con una formula che incrocia la narrazione e il documentario, il suo ideatore Ira Glass ha creato uno stile che oggi scopiazzano in molti.
Non sempre il programma riesce a stupire e a colpire nel segno, ma quando lo fa – come in questo caso – è un’ottima occasione per godersi la versione originale di uno dei modi di fare radio più imitati nel mondo. Inoltre, nella produzione radiofonica è raro avere l’occasione di incontrare il genere dell’inchiesta. Quella prodotta da Ken Armstrong e Robyn Semien è un’osservazione scientifica della realtà, che attraversa le rapide delle impressioni e delle percezioni che hanno condizionato la vita di Marie per arrivare a stabilire la realtà.
Cosa fare mentre si ascolta. Gli episodi di This american life hanno la trascrizione in inglese, che si può leggere durante l’ascolto. Ogni episodio dura un’ora ed è diviso in due parti: può accompagnarvi mentre andate al lavoro o durante la vostra attività sportiva quotidiana. Inoltre vi dà un contenuto molto solido da postare sui social network quando volete litigare con qualcuno che pontifica con ipotesi surreali e ingenue sulla violenza sessuale, sul rapporto tra vittima e autore della violenza e sulle complicazioni del sistema della “denuncia”. Sempre che le persone con cui state litigando siano disposte ad ascoltarlo.
Momento migliore. Because I like them!
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