• Il governo spagnolo ha chiesto al leader catalano Carles Puigdemont di fare chiarezza sulle sue intenzioni entro le dieci del 19 ottobre, altrimenti scatterà l’articolo 155 della costituzione che di fatto sospende il governo catalano. La vicepresidente del governo centrale, Soraya Sáenz de Santamaría, ha affermato che Madrid ha ricevuto una lettera dal presidente della Catalogna che di fatto non è una risposta alle richieste del governo centrale. Il governo spagnolo accusa Puigdemont di alimentare la “confusione” rifiutandosi di dire se ha dichiarato o meno l’indipendenza.
  • In Austria il Partito popolare (Övp) ha vinto le elezioni legislative con il 31,4 per per cento delle preferenze. I socialdemocratici del cancelliere uscente Christian Kern restano al 26,7 per cento, scavalcati come seconda forza dal Partito della libertà (Fpö), di estrema destra, che ha ottenuto il 27,4 per cento dei consensi. Artefice della vittoria dei conservatori è stato soprattutto Sebastian Kurz, 31 anni, segretario dell’Övp e ministro degli esteri uscente, che ha spostato molte posizioni del partito, a cominciare dalla questione migranti, verso quelle dell’estrema destra.
  • Sono quasi 300 le vittime dell’attentato del 14 ottobre a Mogadiscio, in Somalia. Il governo ha annunciato che “i soccorritori stanno continuando a lavorare senza sosta e finora il bilancio è di 276 morti e almeno 300 feriti. Tuttavia questi numeri dovrebbero aumentare dal momento che altre vittime vengono estratte dalle macerie”. Sabato scorso un camion bomba è esploso in una delle zone più trafficate della capitale. Diversi gli edifici distrutti con le persone rimaste intrappolate sotto le macerie.
  • Migliaia di persone sono in fuga dai quartieri curdi di Kirkuk, in Iraq, sotto attacco da parte dell’esercito di Baghdad. I militari affermano di aver conquistato il controllo di una base militare, di un giacimento di gas e della sede di un’azienda petrolifera. La popolazione si dirige verso Erbil e Souleimaniya, le due principali città del Kurdistan iracheno. L’azione è una risposta al referendum per l’indipendenza che si è svolto il 25 settembre e minaccia di far precipitare il paese in una nuova guerra civile.
  • Si aggrava il bilancio delle vittime degli incendi nel nord e nel centro del Portogallo. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla protezione civile i morti sono almeno 27 a Coimbra, Castelo Branco e Viseu nel centro e ad Aveiro nel nord.

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