Un ritratto della cultura egiziana, per le strade di Manhattan in cerca di indizi, il romanzo di esordio di una scrittrice nigeriana, la storia di una casa ottomana a Damasco, Vladimir Putin tra vent’anni, un libro senza trama. Cosa leggere questo mese.

Sally Rooney, Parlarne tra amici
Einaudi, 293 pagine, 20 euro
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“Bobbi e io”: così comincia il romanzo, perché Frances, la protagonista, si considera ancora come metà di una coppia. Bobbi e Frances, compagne di scuola, sono state insieme per due anni; ora, durante le vacanze, recitano poesie in pubblico. Dopo una performance seguono Melissa, fotografa e saggista, che vive nella parte ricca di Dublino. Melissa vuole ritrarle per una rivista prestigiosa; incontrano anche suo marito Nick, un attore di bell’aspetto. È il mondo degli adulti che hanno problemi da adulti, ma Bobbi e Frances non lo sanno ancora. Bobbi gravita verso Melissa; Frances s’imbarcherà in una relazione con Nick. L’unità “Bobbi e io” è spezzata. Il romanzo racconta i sette mesi che seguono, descrivendo l’effetto che la relazione ha su Frances. Rooney, nata nel 1991, sa descrivere bene la condizione di una ragazza talentuosa ma autodistruttiva, e le sbarre invisibili che imprigionano chi è apparentemente libero. I suoi personaggi iperarticolati faticano a esprimere la loro fragilità, ma Rooney lo fa per loro con una voce riconoscibile.–Claire Kilroy, The Guardian

Yasmine El Rashidi, Cronaca di un’ultima estate
Bollati Boringhieri, 150 pagine, 16,50 euro
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È l’estate del 1984: una bambina egiziana aspetta davanti alla porta chiusa della camera da letto di sua madre. In mano ha una cintura rossa, scivolata giù dalla vestaglia di raso della mamma. Siccome lei non riemerge dalla stanza, invece di bussare la ragazzina la piega, la poggia sul pavimento in un punto in cui la madre non possa non vederla, e se ne va. Il silenzio che pervade questa scena così vivida è uno degli elementi fondamentali del romanzo di Yasmine El Rashidi, che racconta in prima persona tre estati nel corso della vita di una donna senza nome. El Rashidi costruisce la cronaca di una maturazione esistenziale e politica con un tratto obiettivo, minimalista. La sua prosa è scarna, asciutta, perfetta per echeggiare le frustrazioni di quella che l’autrice descrive come una generazione di sconfitti. I momenti più riusciti sono quelli in cui si zittisce il brusio della vicenda politica e rimane in evidenza solo l’isolamento di una generazione che è stata derubata dei propri sogni. –Rajia Hassib, The New York Times

Roger Rosenblatt, Il ragazzo detective
Nutrimenti, 200 pagine, 17 euro
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Per entrare nel mondo raccontato da questo magnifico libro di memorie bisogna abbandonare le certezze della sedentarietà, e permettersi di girovagare. Rosenblatt percorre le strade di Manhattan come un poeta vagabondo, tra coincidenze e incidenti, incontrando esseri umani che quasi sicuramente non rivedrà mai più. Li studia, dice, come un detective: vestiti, pettinature, scarpe, posture. Il racconto, ironico e tenero, di un’educazione sentimentale e letteraria, di cosa vuol dire essere ragazzi; di come nasce uno sguardo sul mondo, partendo da Sherlock Holmes.
Pete Hamill, The New York Times

Ayòbámi Adébáyò, Resta con me
La nave di Teseo, 324 pagine, 18 euro
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I due protagonisti dello straordinario romanzo d’esordio di Ayòbámi Adébáyò, una donna nigeriana di nome Yejide e suo marito Akin, rievocano le storie che ascoltavano da bambini, e che sperano di raccontare ai loro figli. Sono storie tradizionali di animali parlanti e pozioni magiche, con antiche morali: ma Yejide ne racconta delle versioni tutte sue, personali, trasformandole in allegorie che parlano della sua vita e di quella del suo paese. Proprio come queste fiabe, Resta con me ha una profonda risonanza emotiva, e uno sguardo che abbraccia un mondo molto vasto. Con una grazia straordinaria, ma anche con vera e propria saggezza, parla di amore e perdita, e di possibilità di redenzione. Ha scritto un grande libro, magnetico, forte, commovente. –Michiko Kakutani, The New York Times

Diana Darke, La mia casa a Damasco
Neri Pozza, 299 pagine, 19,50 euro
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Nel 2005 la scrittrice di viaggi britannica Diana Darke comprò una casa di epoca ottomana nella città vecchia di Damasco. Un acquisto splendido, ma anche un grande spreco: dopo un restauro durato tre anni la casa sembrava ancora decrepita, “come se gli inquilini dei secoli passati se ne fossero appena andati”. Poi, ovviamente, cambiò tutto. La guerra civile spezzò l’idillio. Il brutale inabissamento della Siria è al centro del nuovo libro potente e commovente di Diana Darke, metà memoriale e metà resoconto di viaggio, che mette elegantemente a confronto un sogno immobiliare con la violenza della realtà. –Frederick Deknatel, New Republic

Michael Honig, Gli ultimi giorni di Vladimir P.
Frassinelli, 327 pagine, 18,90 euro
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Gli ultimi giorni di Vladimir P. è una novità importante. Tra vent’anni Vladimir è in pensione a causa della demenza strisciante. Trascorre le sue giornate in una tenuta vicino a Mosca, curato da uno staff di quaranta persone, e lotta con un immaginario assalitore ceceno fino a quando è calmato dal suo infermiere, Nikolaj Sheremetev. Sheremetev è il nostro eroe, l’ultima persona onesta in Russia. Una delle cose più meritevoli del romanzo di Honig è che non è né satirico né polemico. È pieno di umorismo, ma Honig comprende la realtà grottesca di un luogo in cui l’uomo onesto è visto come un vigliacco e se vuole combattere il sistema corrotto “è colpa sua”. –Boris Fishman, The New York Times

Heidi Julavits, Tra le pieghe dell’orologio
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66thAnd2nd, 280 pagine, 17 euro

Questo libro è un diario nello stesso modo in cui Le confessioni di un mangiatore d’oppio di De Quincey è una confessione. Nel senso che lo è, e non lo è. Innanzitutto, Tra le pieghe dell’orologio si ribella alla prima regola di un diario: l’ordine cronologico. La pagina del 16 luglio è seguita da quella del 18 ottobre, e poi viene il 18 giugno. Il tempo passa – tra le date iniziali e quelle finali corre un anno o due – ma a salti e a cerchi. Un romanzo felicissimo di essere senza trama, ma non per questo privo di una narrazione e di una forma. Oggetti, idee, segni e simboli vanno e vengono, e a ogni ritorno guadagnano ulteriori significati. Una struttura intricata che però non appare mai artificiosa, né compiaciuta.–Eula Biss, The New York Times

Una versione più lunga di queste recensioni è uscita nei numeri di Internazionale di febbraio e marzo 2018. Quando compri un libro attraverso il nostro sito, Internazionale riceve una commissione.

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