I populisti italiani ci riprovano, ma l’insicurezza resta
The New York Times, Stati Uniti
“Se non ci riesci al primo o al secondo tentativo, prova, prova e riprova. Questa è stata la lezione dei partiti populisti italiani il 30 maggio. Dopo il crollo del loro tentativo di formare un governo all’inizio della settimana, sono tornati al tavolo delle trattative”, scrive Jason Horowitz sul New York Times. “Il fatto che il presidente Sergio Mattarella avesse posto il veto alla loro scelta di un ministro euroscettico e che i mercati globali affondassero per i timori sull’instabilità nella quarta economia dell’Unione europea, non sembrava essere un deterrente per il partito populista del Movimento 5 stelle (M5s) e della Lega. Né il fatto che Mattarella avesse chiesto a Carlo Cottarelli, ex funzionario del Fondo monetario internazionale, di formare un governo tecnico per guidare l’Italia a nuove elezioni. Gli sviluppi che Cottarelli sembra aspettare riflettono un significativo spostamento di potere all’interno dell’alleanza populista. Il leader politico dell’M5s, Luigi Di Maio, ha eroso il suo capitale politico, e sembra volere disperatamente nuovi colloqui. Ha detto che ‘ora dipende dall’altra forza politica’, intendendo la Lega. In altre parole, Matteo Salvini , il leader della Lega, che è entrato nell’alleanza con l’M5s come socio junior, è ora al posto di guida. Se si unissero per correre contro l’euro, avrebbero ancora una buona possibilità di vincere, scatenando forse la più grande crisi nella storia dell’Unione europea e, come molti dei leader del blocco temono, il potenziale collasso della sua valuta e dell’economia del continente. Parlando in uno dei suoi numerosi eventi elettorali in tutta Italia mercoledì, Salvini ha detto a una folla adorante: ‘La mia pazienza è al limite’. Non è l’unico”.

Il presidente italiano dà ai populisti più tempo per formare il governo
The Guardian, Regno Unito
“I mercati finanziari accolgono favorevolmente la tregua riportando in alto l’euro dopo una serie negativa per la formazione del nuovo governo”, scrive da Roma Stephanie Kirchgaessner. “Il presidente italiano, Sergio Mattarella, ha concesso ai due leader populisti italiani più tempo per formare un governo nel tentativo di allontanare le elezioni. Mattarella ha segnalato di essere pronto a installare un governo tecnico se non fosse possibile un accordo, ma ha deciso di dare più tempo a Luigi Di Maio e Matteo Salvini per fare una lista di ministri che potrebbero essere accettati da entrambe le parti. I mercati finanziari hanno accolto con favore la decisione: l’euro è salito all’1,1 per cento dopo aver toccato il minimo degli ultimi dieci mesi il giorno precedente”.

L’Italia ancora in un groviglio
La Vanguardia, Spagna
“Roma di questi tempi fa scoppiare una novità dopo l’altra, senza neanche dare il tempo di assimilarle. La prima, il 27 maggio, quando il governo populista del Movimento 5 stelle (M5s) e la Lega è saltato, contro ogni previsione, a causa di un ministro euroscettico. La seconda il giorno dopo, con la nomina dell’economista Carlo Cottarelli come premier indicato dal presidente della repubblica, Sergio Mattarella”, riassume la corrispondente da Roma Anna Buj. “Il 29 maggio, Cottarelli sembrava costretto a rimettere il mandato, data la difficoltà di formare una squadra governativa. Infine, la possibilità è che Cottarelli stia prendendo tempo per consentire ai grillini e ai leghisti di riprovare a formare un esecutivo politico. Più di 88 giorni dopo le elezioni, il groviglio italiano è ancora profondo. Chi ha la palla in mano ora è Matteo Salvini, un animale politico senza scrupoli che è riuscito a giocare in un modo molto intelligente. In una settimana è passato dall’essere il socio di minoranza di un governo con l’M5s ad avere il sopravvento. Luigi Di Maio , l’inesperto leader dell’M5s, vuole disperatamente raggiungere palazzo Chigi senza tornare alle urne, visti i sondaggi che indicano la crescita della Lega. Evidentemente sull’Europa i politici di destra hanno il sopravvento con il loro messaggio molto chiaro di rifiuto delle direttive di Bruxelles”.

Concludendo, “in qualsiasi scenario, vince Salvini. Se accetta che il ministro euroscettico faccia un passo indietro e propone un altro nome adatto agli interessi della Lega, è lui che ha salvato il paese dal caos del malgoverno e potrebbe imporsi come premier. Se non si arrende, nelle prossime elezioni avrebbe l’opportunità di riaffermarsi come leader della destra italiana prima che Silvio Berlusconi si riabiliti politicamente. Ora si gioca nel campo di Salvini. L’imbroglio italiano continua”.

La commedia politica romana sconvolge l’Italia
Le Figaro, Francia
“‘Rileggere Machiavelli!’: questa era la raccomandazione del numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti, dopo le elezioni del 4 marzo. Governo tecnico, a tempo limitato? Governo politico, con due o tre alleati? Voto di fiducia o voto di sfiducia? Tornare alle urne il 29 luglio, 5 agosto? O più tardi, a settembre o ottobre?”, si chiede Le Figaro. “La lettura del Principe sembrava più indispensabile che mai, il 30 maggio, mentre la classe politica italiana si perdeva in congetture per trovare una via d’uscita alla crisi politica aperta dal ritiro di Giuseppe Conte. Ora Matteo Salvini, il leader della Lega, ha tutto da guadagnare da un ritorno alle urne. Secondo un sondaggio, il suo partito riceverebbe il 27,5 per cento dei voti, contro il 17 per cento delle elezioni del 4 marzo”.

I fantasmi dell’avventura italiana
Libération, Francia
“Ecco di nuovo l’Italia grande malato d’Europa. La vittoria innegabile dei due partiti antisistema, la Lega e il Movimento 5 stelle, porta a una crisi politica di estrema gravità. I partiti di governo tradizionali sono spazzati via. I programmi dei due movimenti vittoriosi sono tanto irrealistici quanto contraddittori. Entrambi, tuttavia, hanno accettato di governare insieme. Hanno in comune un brutale rifiuto dell’enorme ondata migratoria a cui l’Italia si è trovata di fronte nell’indifferenza dei suoi partner europei, e un’analoga repulsione per la classe politica. In breve, le loro proposte si oppongono e i loro rifiuti li uniscono”.

Secondo Alain Duhamel le conseguenze sarebbero enormi. “In Italia l’onda xenofoba è già arrivata, la marea nazionalista sta avanzando. I sondaggi per le prossime elezioni promettono un salto in avanti della Lega. Gli italiani sono diventati ostili a tutti i poteri, sognano vendetta e ritorsioni. È probabile che in autunno la maggioranza delle proteste violente, antisistema, eterogenea e contraddittoria si troverà in una posizione di forza. È ovvio che in questa ipotesi in Italia si verificherà una crisi finanziaria e monetaria. Le passioni saranno ancora più esasperate. Si potranno risvegliare i fantasmi di sentimenti sepolti che hanno causato decenni di disgrazie, anche se la fibra nazionalista, xenofoba, antisistema ma autoritaria, probabilmente non avrà la stessa forma di quelle del novecento. Le tempeste italiane avranno inevitabilmente ripercussioni in Spagna, Portogallo e Grecia, ma in più rischiano di rendere le scelte europee tanto urgenti e necessarie quanto impossibili. Il populismo e il nazionalismo stanno progredendo ovunque nel vecchio continente. Se i partiti antisistema si rafforzeranno questo autunno in Italia, Parigi, Berlino e Bruxelles affronteranno una delle peggiori crisi della storia dell’Unione europea”.

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