Sono sempre di più i giornalisti uccisi per aver denunciato i crimini contro l’ambiente. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) negli ultimi dieci anni almeno 13 reporter sono stati uccisi perché svolgevano inchieste su reati contro l’ambiente o sui danni al territorio causati da grandi aziende. Molti omicidi sono avvenuti in paesi in via di sviluppo, dove le attività delle multinazionali raramente finiscono sotto i riflettori.
Augustina Armstrong-Ogbonna è una giornalista nigeriana che da una decina d’anni si occupa di questioni ambientali. È convinta che “i cambiamenti climatici sono la notizia del secolo” e che i giornalisti sono gli unici su cui i più poveri possono contare per far sentire la loro voce. Nel 2016 ha realizzato un’inchiesta a Lagos, la capitale economica del suo paese, sull’azienda di un ricco imprenditore ed ex ministro che estraeva sabbia dalla costa. Questa attività causava smottamenti e gravi danni alle comunità locali. Dopo la pubblicazione dell’inchiesta Armstrong-Ogbonna è stata minacciata di morte e una delle sue fonti è stata arrestata. Da allora vive negli Stati Uniti, ma questo non le impedisce di continuare a raccontare cosa succede nel suo paese.
Augustina Armstrong-Ogbonna sarà al festival di Internazionale a Ferrara il 4 ottobre per ricevere il premio giornalistico Anna Politkovskaja.
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