Nel mondo ci sono attualmente 79,5 milioni di persone che sono state costrette a lasciare le loro case per fuggire da guerre, persecuzioni. e gravi condizioni di insicurezza. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato il 18 giugno dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), si tratta dell’1 per cento della popolazione mondiale ed è una cifra mai raggiunta in passato.

In un anno il numero di migranti forzati è aumentato di quasi dieci milioni di persone, a causa dei conflitti che non hanno trovato soluzione, come quelli nella Repubblica Democratica del Congo, nella regione del Sahel, in Yemen e in Siria. La guerra siriana, per esempio, è entrata nel suo decimo anno e ha causato 13,2 milioni di profughi, richiedenti asilo e sfollati interni, più di un sesto del totale mondiale.

Un altro motivo che spiega l’alto numero di migranti forzati è l’inclusione dei venezuelani scappati dal loro paese (3,6 milioni), diretti principalmente in Colombia.

Il 68 per cento dei profughi proviene da cinque paesi.

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Il numero di minori in fuga è stimato intorno ai 30-34 milioni, decine di migliaia dei quali non accompagnati. È un numero più elevato di quello dell’intera popolazione di Australia, Danimarca e Mongolia messe insieme. Contemporaneamente la percentuale di profughi di età pari o superiore ai 60 anni (4 per cento) è estremamente inferiore a quella della popolazione mondiale (12 per cento).

Gli stati che ospitano più profughi sono soprattutto paesi extraeuropei (a eccezione della Germania). La Turchia è il paese che ne ospita più al mondo, seguita dalla Colombia. L’80 per cento delle persone in fuga si trova in paesi o territori afflitti da insicurezza alimentare e malnutrizione grave, molti inoltre sono soggetti al rischio di cambiamenti climatici e catastrofi naturali. Oltre otto rifugiati su dieci (85 per cento) vivono in paesi in via di sviluppo, generalmente un paese confinante rispetto a quello da cui sono fuggiti.

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Negli ultimi dieci anni cento milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case. Si tratta di un numero di persone maggiore di quello dell’intera popolazione dell’Egitto, il quattordicesimo paese più popoloso del mondo. Il numero di persone in fuga è quasi raddoppiato dal 2010 (41 milioni allora contro 79,5 milioni oggi). Solo una piccola parte di queste persone in dieci anni ha trovato una soluzione di lungo periodo: 3,9 milioni di persone sono tornate nei loro paesi di origine, 1,1 milioni sono stati ricollocati in altri paesi, 322.400 persone si sono naturalizzate nel loro paese di approdo.

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