Al liceo la mia professoressa di francese aveva una sua capacità tutta speciale di dire le cose agli studenti. Quando si diffuse il sospetto che alcuni di noi andassero in bagno a fumare sostanze illecite, lei troncò la discussione sul nascere: “Non fate i cretini con le canne, dai. Fumatevi una banana!”. Noi, che eravamo già pronti alle scuse automatiche da adolescente, rimanemmo presi del tutto in contropiede, e davanti al nostro sguardo esterrefatto lei contrattaccò: “Non avete mai fumato la banana?”. Il caso finì lì. Solo i più intraprendenti, in un’epoca pre Wikipedia, scoprirono che effettivamente per la generazione dei nostri genitori c’era stato un momento in cui si pensava che fumare le bucce di banana avesse effetti allucinogeni. Secondo alcuni la #canzonedelgiorno di Donovan, del 1966, parla di questo. Secondo altri, visto che la banana di cui si cantano le meraviglie è elettrica, parla delle gioie del vibratore. Chissà.
Più di trent’anni dopo devo ancora alla mia prof di francese tanti momenti di buonumore, merce rarissima al liceo, e una lezione d’italiano indimenticabile che mi torna utile ancora oggi per beccare un errore frequente: il seno, quando si parla del petto delle donne, è singolare. In effetti l’insenatura sul torace femminile è per forza una. La correzione della prof a un compagno di classe che lo disse al plurale resta definitiva: “Se avessi i seni avrei tre tette”.
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