Il ritorno felice dei Broken Social Scene
Broken Social Scene, Halfway home
La prima volta che ho visto dal vivo i Broken Social Scene nel 2010, a Milano, mi ha colpito una cosa: erano tanti. Sul palco quella sera c’erano nove persone. E non erano neanche al completo. Della band canadese guidata da Kevin Drew infatti fanno parte dai sei ai 19 musicisti, come ci ricorda Wikipedia.
La maggior parte dei membri del gruppo è ormai impegnata in altri progetti paralleli (il mio preferito è quello di Feist, una delle cantautrici più talentuose del pianeta) ma ogni tanto Drew riesce a riunire la vecchia banda e a registrare un disco. La nuova rimpatriata, che arriva dopo sette anni di silenzio, si intitola Hug of thunder. Alla base della scelta di tornare insieme, a quanto pare, ci sono stati anche gli attentati di Parigi. “Visto il momento che sta attraversando il mondo, abbiamo deciso che l’unica cosa da fare era di riunire i vecchi amici”, ha dichiarato Drew.
In effetti Hug of thunder è un disco sorprendentemente coeso, solare e scorrevole. Ci sono diverse canzoni riuscite, come la sincopata Stay happy, dove spicca la nuova cantante Ariel Engle, ma anche il brano che dà il titolo il disco, costruito sulla voce di Feist, l’epica Mouth guards of the Apocalypse e soprattutto l’inno Halfway home, che apre l’album con le sue chitarre in primo piano e il ritornello aperto.
Tyler, The Creator, 911 / Mr. Lonely
Questo è un pezzo a due facce, un po’ come la personalità del suo autore, Tyler The Creator, mente del collettivo hip hop losangelino Odd Future. 911 / Mr. Lonely è un brano bizzarro, che comincia come una specie di ballata soul e diventa piano piano sempre più oscura, sconfinando nella malinconia e nell’autocommiserazione, traghettata dalla voce incalzante di Tyler. Siamo lontani dall’abisso dei primi album (qualcuno si ricorda Goblin?), ma ad ascoltare questa canzone sembra che la strada verso la serenità di Tyler The Creator sia sempre in salita. Per raccontare i suoi tormenti, il rapper si è fatto aiutare da un folto gruppo di ospiti: Frank Ocean, Steve Lacy, A$AP Rocky e ScHoolboy Q.
Jane Weaver, Slow motion
Qualche settimana fa su Internazionale abbiamo pubblicato una recensione di Modern kosmology, il nuovo disco di Jane Weaver, uscito a maggio. L’articolo, pubblicato originariamente sul sito britannico The Quietus, faceva notare che “Weaver porta avanti la tradizione psichedelica ed elettronica britannica degli anni sessanta e settanta e cerca di fondere pop e sperimentazione. Riesce a invitarci a ballare mentre ci parla del senso della vita e di quanto la nostra esistenza sia insignificante per l’universo”. Difficile sintetizzare meglio di così il nuovo lavoro della cantante di Liverpool, che è una raccolta di canzoni di gran classe, in equilibrio tra contemporaneità e nostalgia. Una delle sorprese più piacevoli degli ultimi mesi.
Run The Jewels, Don’t get captured
Run The Jewels 3, il terzo lavoro del duo hip hop formato da El-P e Killer Mike, è un grande disco, che probabilmente finirà in molte classifiche di fine anno (in realtà è uscito in digitale il 24 dicembre 2016, ma la versione fisica è arrivata nei negozi a gennaio). In questo nuovo video, quello del brano Don’t get captured, un’efficace protest song dei giorni nostri, i due rapper si ritrovano catapultati in un poco rassicurante mondo a cartoni animati, governato da malvagi politici-scheletri. E poi Killer Mike è amico di Bernie Sanders, difficile volergli male.
Liam Gallagher, Chinatown
La faida tra i fratelli Gallagher non finisce mai, per la gioia della stampa specializzata britannica. Dopo il fallimento dei Beady Eye, la band formata dai reduci degli Oasis, il 6 ottobre Liam pubblicherà il suo primo disco solista, intitolato As you were. Quello del fratello maggiore invece dovrebbe uscire a novembre, giusto in tempo per alimentare l’ennesima diatriba. Tra i due però c’è una differenza sostanziale: Noel non ha più lo smalto dei giorni migliori, ma ogni tanto si ricorda come si scrivono delle ottime canzoni. Liam invece, senza il fratello al suo fianco, fa fatica. Il secondo singolo estratto da As you were, la ballata semiacustica Chinatown, tira fuori le solite citazioni telefonate (il verso “Cause happiness is still a warm gun” guarda ai Beatles, “God told me live a life of luxury” invece fa pensare ai Kinks) ed è un esempio di come Liam non sia proprio tagliato per la scrittura.
P.S. Ho creato la playlist di luglio, che aggiornerò fino alla fine del mese. Buon ascolto.