Rosalía è tornata a casa
Rosalía entra nella stanza con discrezione, camminando lentamente. Saluta tutti, sorride, con un filo di timidezza, e si siede sul divano. Indossa una tuta viola e bianca e porta un paio di zeppe altissime. Come al solito le sue unghie sono lunghe e molto curate. I capelli sono raccolti in una lunga coda. Sembra una gitana andalusa, nonostante sia catalana. Ad accogliere la cantante in una sala dell’hotel Princess di Barcellona c’è un gruppo di giornalisti, in buona parte spagnoli, che stanno seguendo il festival Primavera sound. È proprio dal Primavera infatti che sta per partire il tour europeo della cantante spagnola.
Rosalía, 25 anni, è felice. Ed è facile capire perché. Da quando nel novembre del 2018 è uscito il suo secondo album, El mal querer, è diventata una star mondiale. È riuscita perfino a conquistare il mercato latinoamericano. Il suo nuovo brano, Aute cuture, pubblicato il 30 maggio, ha già raccolto più di tre milioni di visualizzazioni su YouTube. Nel video Rosalía compare con unghie dorate, opera dell’artista Juan Alvear, insieme a una banda di estetiste che ricordano le gang criminali dei film di Quentin Tarantino. “Le unghie mi piacciono perché sono un’opera d’arte, ma anche un simbolo di femminilità esagerata. E volendo sono anche un’arma, come si vede nel video”, dice la cantante, ridendo. “Aute cuture è nata due anni fa, quando ho composto la base insieme al mio produttore, El Guincho. Il fatto che sia uscita ora dimostra quanto la mia musica sia in continua evoluzione”, aggiunge.
Rosalía Vila Tobella, questo il suo vero nome, è cresciuta a Sant Esteve Sesrovire, una città industriale nell’area metropolitana di Barcellona. Si è avvicinata alla musica a tredici anni, come ha raccontato lei stessa in un’intervista uscita sulla rivista The Fader: un giorno uscì da scuola e passò una macchina che dallo stereo suonava a tutto volume un brano flamenco. Capì che quella era la sua strada, anche se non sapeva molto di quel genere nato nel sud della Spagna e da molti associato ai gitanos, i rom. Studiò canto e chitarra e imparò la cultura da alcuni compagni di scuola figli della diaspora andalusa.
Il suo primo disco, Los Angeles, era un omaggio al flamenco ed è uscito nel febbraio 2017. Con il successivo El mal querer, ispirato alla novella occitana del settecento Flamenca e arrivato appena a due anni di distanza, le cose sono cambiate molto: si sono aggiunti l’elettronica e l’rnb ed è aumentata la cura maniacale dei dettagli, a partire dai video. “Io lavoro così: la musica è al centro del mio mondo, ma mi interessano anche altre cose cose come l’architettura, il cinema e la moda. Sono curiosa”, commenta la cantante. A proposito di cinema, di recente Rosalía ha recitato una parte nell’ultimo film di Pedro Almodóvar, Dolor y gloria, presentato a Cannes. “Ero molto nervosa, ma alla fine è andata bene. Mi è bastato vedere Penelope Cruz che improvvisava tra una scena e l’altra per calmarmi”, commenta l’artista.
Quando Rosalía è stata per la prima volta al Primavera sound, due anni fa, ha cantato all’Auditori Rockdelux, un teatro che può contenere alcune migliaia di persone. Sabato 1 giugno invece si esibirà sul palco Pull&Bear, il più grande, di fronte a un pubblico molto superiore (nella sola giornata del 1 giugno sono attese più di 64mila persone). Un concerto che lei definisce “un ritorno a casa” dopo un anno di duro lavoro nel quale “non sono esistiti i weekend”. “Il Primavera sound è uno dei miei festival preferiti nel mondo. Quest’anno inoltre il cartellone è formato al cinquanta per cento da donne. E questo mi rende orgogliosa. Mi piace che sul mio palco salgano artiste come Charlie XCX e Miley Cyrus. Abbiamo fatto dei progressi negli ultimi anni: le donne sono più visibili nell’industria musicale. Non solo quelle che stanno sul palco, anche quelle dietro le quinte: compositrici, autrici dei testi, tecniche di studio”, spiega la cantante.
Negli ultimi mesi Rosalía ha pubblicato due singoli, tra i quali Con altura, registrato insieme alla star colombiana del reggaeton J Balvin, anche lui ospite del Primavera il 1 giugno. È in arrivo un terzo album? “Quando ho finito Los Angeles, mi sono messa subito a lavorare su El mal querer, che è venuto fuori in modo spontaneo. Ora sono in una situazione simile: appena posso entro in studio per registrare, sono iperattiva come al solito. Ma non so ancora dove mi porteranno questi pezzi”.
Tra i progetti in cantiere c’è anche una collaborazione con la popstar statunitense Billie Eilish, acclamata con il suo disco d’esordio When we all fall asleep, where do we go?. “Stare con lei in studio mi fa sentire meno sola. È stata una grande esperienza. Mi sono emozionata a sentirla a cantare. Abbiamo lavorato a un brano che è nato da una sua improvvisazione al piano. Sulla sua base io ho cantato una melodia e ho scritto parte del testo. Non so quando uscirà, ma ci incontreremo presto e finiremo di registrarlo”.
La cantante sta portando El mal querer in giro per l’Europa e il mondo, ma finora non si è ancora esibita in Italia. Perché? Lei risponde con una frase in spagnolo, prima di passare all’inglese: “Me estoy muriendo por ir, muoio dalla voglia di venire in Italia, ma non so quando potrò, sinceramente, perché devo tornare in studio e voglio continuare il mio tour attuale, che mi porterà a diversi festival e anche in America Latina. Spero di riuscire ad andarci presto. So che là ci sono molte persone che seguono la mia musica”.