Ognuno di noi ha un album di famiglia a casa: in qualche scaffale della libreria, dimenticato in soffitta o conservato come un oggetto prezioso. Contengono le foto dei nostri primi passi, delle feste con i parenti, delle vacanze al mare. A volte quando le guardiamo non ricordiamo quei momenti, ma proviamo lo stesso a immaginarli, a ricostruirli nella nostra memoria.
Nel 2004 la fotografa Moira Ricci ha perso improvvisamente sua madre. Da quel momento non riusciva a smettere di guardare gli album delle sue foto. Erano momenti del passato della madre a cui l’artista non apparteneva perché non era ancora nata, ma che le facevano scoprire ogni volta un altro pezzo della vita della donna.
Così ha deciso di realizzare un nuovo, personale, album di famiglia. È nata la serie 20.12.53-10.08.04: “Ho cercato di creare un un dialogo, una sorta di collisione temporale tra presente e passato nella quale il mio ricordo di quel particolare momento non esisteva”, racconta la fotografa.
Con precisione e delicatezza, l’artista ha inserito dei suoi autoritratti nelle foto d’archivio della madre. La vediamo mentre la osserva seduta sulla sella di una Vespa con un’amica, mentre gioca a bocce, o balla durante una festa. “Continuavo a guardare le sue foto, volevo solo entrare lì per stare con lei. Mi sono inserita nel modo più preciso possibile per rendere verosimile il mio sogno di poterle stare ancora accanto, di recuperare il tempo perso e proteggerla”, spiega Ricci.
Alcune foto della serie sono state pubblicate sul sesto numero di Fugazine, una piccola etichetta indipendente di produzioni fotografiche, mostre ed eventi. Ne ho parlato con Paolo Cardinali, ideatore e fondatore di Fugazine.
Sfogliando la fanzine si percepisce la voglia di mantenere l’aspetto di un album di famiglia. Ci sono anche delle foto che si possono estrarre. L’avete pensata così dall’inizio?
Sì, volevamo rafforzare l’idea di un album di famiglia perché Ricci ha lavorato su quel tipo di materiale fotografico. Per questo motivo, sia l’immagine di copertina sia alcune delle foto delle pagine interne si possono staccare e cambiare di posizione. Inoltre abbiamo giocato con gli spazi bianchi per far emergere la sensazione di un album di ricordi incompleto, con dei vuoti da colmare.
Moira Ricci ha cominciato il lavoro nel 2009, ma fino a oggi non era mai stato pubblicato. Ha accettato subito di fare la fanzine?
Le foto di questo lavoro sono state esposte in molte mostre e festival in giro per il mondo. Quando le ho proposto di fare la fanzine lei ha accettato subito, ma mi ha reso anche partecipe di un piccolo conflitto personale. Ama questo progetto ed è felice che sia ulteriormente conosciuto, ma allo stesso tempo, le piacerebbe che si conoscessero anche i suoi lavori più recenti. A me, per esempio, piacciono molto i progetti sulla Maremma, la sua terra d’origine, in cui s’interroga sulla perdita del sapere contadino e l’abbandono dei poderi o si riscoprono tradizioni e i riti di quella terra.
Tu però hai scelto proprio quello sulla madre, perché?
Credo di aver visto per la prima volta queste foto di Moira in occasione del Festival della fotografia di Roma del 2007. Negli anni mi sono imbattuto per caso in qualche immagine della serie. Sono rimaste nella mia memoria inconscia come qualcosa di molto bello. Poi una sera è capitato che chiacchierando con un amico mi è tornato in mente il suo lavoro e ho pensato che ne avrei fatto volentieri una fanzine. Quelle immagini hanno la capacità di suscitare un’emozione profonda. Io dopo averle guardate mi sento meglio.
Com’è stato lavorare con lei?
Durante la preparazione della fanzine sono andato a trovare Moira in Maremma dove tutti la conoscono, la fermano per strada e la salutano. Una sera siamo andati alla sagra del baccalà e alla tavolata si univano altre persone. Ad ogni zio, amico di famiglia o cugina che si presentava, riuscivo a riconoscere le persone delle foto che avevo attaccato tante volte sulla maquette (le prove d’impaginato) della fanzine. La sua famiglia è una parte molto importante nel suo lavoro e nella sua vita. Mi ha raccontato che quando ha esposto il lavoro a palazzo Strozzi, a Firenze, chiese al direttore del museo se poteva avere qualche ingresso per portare i parenti: si presentò con un pullman di 67 persone.
Il sesto volume di Fugazine, dedicato al lavoro di Moira Ricci, sarà esposto nell’ambito del Funzilla fest, una manifestazione dedicata alle fanzine fotografiche, che si svolgerà alla Casa della cultura di Villa De Sanctis a Roma, dal 21 al 23 settembre. Questa terza edizione del festival ospiterà più di sessanta espositori italiani e internazionali, che presenteranno più di 140 fanzine. Inoltre ci saranno workshop, incontri e presentazioni.
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