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Una famiglia siriana nel quartiere di Hacı Bayram ad Ankara, in Turchia. (Umit Bektas, Reuters/Contrasto)
Una tendopoli a Zahle, in Libano, il 9 dicembre. (Thomas Koehler, Getty Images)
Un rifugio per profughi a Zahle, in Libano, il 9 dicembre. (Thomas Koehler, Getty Images)
La distribuzione di abiti e scarpe in un campo profughi di Suruç, in Turchia, l’11 novembre. (Arif Messinis, Afp)
Il campo profughi di Zaatari in Giordania, il 10 dicembre. (Thomas Koehler, Getty Images)
Coperte e asciugamani vengono distribuiti ai profughi di un campo di Suruç in Turchia, il 16 ottobre. (Zein Al-Rifai, Afp)
Un gruppo di profughi siriani prega in una moschea nel campo di Qushtapa a Erbil, in Iraq, il 14 dicembre. (Matt Cardy, Getty Images)
Il campo profughi di Zaatari in Giordania, il 10 dicembre. (Thomas Koehler, Getty Images)
Una tenda usata come classe per i bambini del campo profughi di Zahle, in Libano, il 9 dicembre. (Thomas Koehler, Getty Images)
Un uomo sistema le cassette di verdure in vendita al campo profughi di Qushtapa, in Iraq, il 14 dicembre. (Matt Cardy, Getty Images)

L’esodo dei siriani

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, nel 2014 in Siria sono morte per la guerra più di 76mila persone. Di queste, più di 3.500 sono bambini. Si tratterebbe dell’anno più sanguinoso dall’inizio della guerra civile, nel 2011, che ha causato in totale 206mila vittime. I feriti sarebbero più di un milione.

Ma le vittime del conflitto sono anche i profughi: due milioni di siriani hanno lasciato il paese e altri quattro milioni hanno dovuto lasciare le loro case spostandosi in altri luoghi del paese. Secondo le Nazioni Unite si tratta del più grande spostamento di popolazione dal genocidio ruandese del 1994.

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