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Un gregge di alpaca nella fattoria Mallkini Hacienda, nel dipartimento peruviano di Puno, l’8 marzo. (Martin Mejia, Ap/Ansa)
Una pastora nella Mallkini Hacienda, l’8 marzo. (Martin Mejia, Ap/Ansa)
Un lavoratore della Mallkini Hacienda tiene ferma un alpaca per tosarla, l’8 marzo. (Martin Mejia, Ap/Ansa)
Il trattamento delle fibre di alpaca nella fabbrica Inkapalca che produce la marca di abbigliamento Kuna, ad Arequipa, il 7 marzo. (Martin Mejia, Ap/Ansa)
Gomitoli di fibra di alpaca in un laboratorio tessile nel villaggio di Ajoyani, il 9 marzo. (Martin Mejia, Ap/Ansa)
Un’operai rimuove le imperfezioni da un tessuto ricavato dall’alpaca nella fabbrica Inkapalca ad Arequipa, il 7 marzo. (Martin Mejia, Ap/Ansa)
Un alpaca torna al suo gregge dopo la tosatura Mallkini Hacienda, l’8 marzo. (Martin Mejia, Ap/Ansa)

Gli alpaca del Perù

Sulle pendici delle Ande peruviane pascolano circa quattro milioni di alpaca, ricoperti da una coltre setosa molto ricercata negli Stati Uniti, in Europa e in Asia.

Il vello d’alpaca può avere 24 tonalità di colore e la sua tosatura annuale può arrivare a fornire tre chili e mezzo di lana. Dopo essere stata selezionata, lavata, asciugata e pulita, la lana viene trasformata in filato. Gli allevatori vendono la fibra a sei dollari al chilo, ma la stessa quantità sul mercato internazionale può valerne fino a 600.

In seguito le fabbriche, molte delle quali si trovano ad Arequipa, nel sud del Perù, la usano per produrre 46 milioni di pezzi di abbigliamento all’anno, tra cui cardigan, maglioni, cappotti e sciarpe destinati al mercato di Stati Uniti, Germania, Giappone e altri paesi ricchi.

Circa l’80 per cento della produzione mondiale di alpaca viene dal Perù. A partire dal 2014, il governo peruviano ha lanciato l’etichettatura speciale di “Alpaca del Perù” per garantire il prodotto nel mercato globale del lusso.

Le foto di Martin Meja sono state scattate nel marzo del 2016.

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